La Sede Vacante è terminata: un nuovo Papa è stato eletto. San Pietro si trasforma in un’onda di emozione collettiva
Una colonna di fumo bianco si alza dal comignolo della Cappella Sistina e per un attimo sembra sospendere il tempo. Un attimo che diventa eterno. Poi, come una marea che avanza di colpo, la piazza esplode: urla, applausi, cori, le campane che suonano a festa. Il Te Deum risuona solenne all’interno della Cappella Sistina, dove i cardinali elettori, dopo giorni di preghiera e confronto, hanno scritto una nuova pagina della storia della Chiesa e per ora, con il Papa appena nominato, stanno congratulandosi con lui garantendo la loro collaborazione, ad uno ad uno, uno alla volta.
Il nome? Ancora nessuno lo conosce. Neppure il mondo, che pure in questo momento ha gli occhi puntati sul colonnato del Bernini. L’attesa durerà poco più di un’ora. Poi, la Loggia delle Benedizioni si aprirà e il nuovo Pontefice si presenterà, pronunciando per la prima volta il suo saluto al popolo di Dio e al mondo intero.
Intanto piazza San Pietro è un tripudio di colori. Le bandiere sventolano alte, rappresentano ogni angolo del pianeta, testimoniando come questo momento travalichi confini, religioni e lingue. Si alzano i cori: “Viva il Papa!” si fonde con il brusio dell’attesa. Tutti sanno di essere testimoni di qualcosa che va oltre il presente. Anche giornalisti, fotografi, troupe televisive – solitamente osservatori esterni – in questo momento si scoprono coinvolti, “dentro la storia”, come se le parole scritte, i fotogrammi, le dirette stessero prendendo vita sotto i loro occhi.
C’è chi piange, chi ride, chi si stringe la mano. I bambini sulle spalle dei genitori, gli anziani con gli occhi lucidi. La Chiesa ha un nuovo pastore e la folla che riempie ogni centimetro della piazza lo percepisce prima ancora di conoscerne il volto o il nome. È la potenza dell’attesa collettiva, della fede condivisa, ma anche della curiosità umana che unisce credenti e non credenti davanti a un evento che segna un’epoca.
Nel cuore della Basilica, intanto, tutto è pronto. Il Cardinale Protodiacono si appresta a recitare il celebre annuncio: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam…”. Mancano pochi minuti a uno dei momenti più iconici e carichi di emozione che esistano nella liturgia e nella tradizione della Chiesa Cattolica.
Sul volto dei presenti, uno sguardo solo: rivolto in alto, verso quella loggia ancora chiusa ma già viva, dove si affaccerà tra poco l’uomo scelto per portare avanti la missione di Pietro. Sarà un volto nuovo, ma da quel momento diventerà familiare a miliardi di persone. Sarà un nome che ancora non conosciamo, ma che presto risuonerà sulle bocche di tutti.
È l’ora zero di un nuovo pontificato. Un nuovo capitolo, pronto per essere scritto.