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La Porta Santa si apre, ma non si chiude: il Giubileo segnato dalla morte del Papa

Papa Francesco esce da Santa Marta (Repertorio)

foto: Riccardo Piccioli

La morte di Papa Francesco durante l’Anno Giubilare del 2025 rappresenta un momento storico di particolare rilievo per la Chiesa cattolica, non soltanto per la sua risonanza spirituale, ma anche per la rarità di un evento simile nella tradizione giubilare. Il Pontefice aveva inaugurato solennemente l’Anno Santo il 24 dicembre 2024, aprendo la Porta Santa nella Basilica di San Pietro, gesto che simboleggia l’inizio di un cammino di conversione, misericordia e riconciliazione. Tuttavia, la sua scomparsa ha segnato una svolta inattesa, richiamando alla memoria un precedente avvenuto oltre tre secoli fa.

Nel 1700, infatti, si verificò una situazione straordinariamente simile. Papa Innocenzo XII, già gravemente malato, aveva indetto l’Anno Santo con la bolla Regi Saeculorum il 18 maggio 1699. Sebbene non avesse potuto partecipare personalmente alla cerimonia di apertura della Porta Santa, nel giorno di Pasqua di quell’anno, mosso dalla fede e dalla presenza di numerosi pellegrini, impartì ugualmente una benedizione solenne dal balcone, nonostante le sue gravi condizioni di salute. Morì pochi mesi dopo, il 27 settembre del 1700, senza poter condurre a termine il Giubileo. La chiusura della Porta Santa fu quindi affidata al suo successore, Clemente XI, eletto Papa nel novembre dello stesso anno. Fu questa la prima volta nella storia che un Anno Santo venne iniziato da un Pontefice e concluso da un altro.

La tradizione giubilare ha conosciuto altri quattro casi in cui l’Anno Santo è stato indetto da un Papa e presieduto da un altro. Il primo risale al 1390, quando Papa Urbano VI indisse il Giubileo, ma fu Papa Bonifacio IX a celebrarlo. Analoga fu la circostanza del 1475: Paolo II, con la bolla Ineffabilis Providentia, istituì l’Anno Santo stabilendo anche che i giubilei si tenessero ogni 25 anni; tuttavia, non poté presiederlo, poiché morì prima dell’apertura, lasciando a Papa Sisto IV il compito di portare avanti le celebrazioni. Il terzo episodio si registra nel 1550: Paolo III indisse il Giubileo, ma la sua morte rese necessario il passaggio della guida dell’Anno Santo a Giulio III. Infine, nel 1775, Clemente XIV firmò la bolla giubilare ma morì poco dopo, e l’Anno Santo fu quindi presieduto da Pio VI.

Tornando al presente, con la scomparsa di Papa Francesco nel corso del Giubileo 2025, la Chiesa si trova di nuovo davanti a una fase di transizione tanto spirituale quanto storica. Il Vaticano ha già annunciato la sospensione di alcuni eventi significativi, tra cui il Giubileo degli Adolescenti, in cui era prevista la canonizzazione del Beato Carlo Acutis, e il Giubileo dei Giovani, che avrebbe dovuto culminare con la canonizzazione del Beato Pier Giorgio Frassati (fonte VaticanNews).