Un gesto vile, incomprensibile, che ha colpito non solo un oggetto fisico, ma il simbolo di un’intera comunità. La targa dedicata a Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, collocata nel parco del quartiere San Basilio, è stata danneggiata da ignoti nella notte tra mercoledì e giovedì. L’atto vandalico ha scosso profondamente non solo i residenti, ma tutta Roma, che in quella targa vedeva un frammento di bellezza, un segno tangibile della possibilità di rinascita in uno dei territori più fragili e dimenticati della città.
Quel punto del parco, oggi sfregiato, è molto più di un luogo fisico. È il posto dove Ultimo, ragazzo di periferia, ha raccolto emozioni, rabbia, sogni e paure, traducendoli in canzoni che hanno parlato al cuore di milioni di persone. È lì che il cantautore romano ha dato voce al silenzio di una generazione, facendo della sua musica uno strumento di riscatto personale e collettivo.
Il quartiere di San Basilio, troppo spesso raccontato solo per le cronache di illegalità e degrado, aveva scelto di onorare uno dei suoi figli più noti con un gesto semplice, ma denso di significato: una targa a margine di quel parco dove il giovane Niccolò era solito sedersi, osservare, scrivere. Un segno di speranza, un messaggio per i tanti ragazzi che ancora oggi cercano una via per uscire dall’ombra.
Le parole del Presidente del Municipio IV, Massimiliano Umberti, e dell’Assessore alla Cultura di Roma Capitale, Massimiliano Smeriglio, arrivano forti e chiare:
“Siamo profondamente colpiti e dispiaciuti per questi atti di stupidità e vandalismo che sfregiano l’identità e le cose belle che San Basilio ha saputo far nascere. La targa sarà immediatamente ripristinata, così come gli arredi del parco. A Ultimo va tutta la nostra vicinanza e stima. Non faremo un passo indietro, a difesa del quartiere e della sua storia migliore”.
Il messaggio delle istituzioni è netto: San Basilio non si arrende. Quella targa tornerà al suo posto, forse con qualche segno in più, ma ancora più carica di significato. Perché la storia di Ultimo non si cancella con una pietra, e neppure con un gesto vigliacco. È la storia di chi, partendo dal basso, ha alzato la voce con grazia e determinazione. Di chi ha scelto di restare fedele alle sue radici, senza rinunciare al sogno.