


Nel catino sportivo di Roma, tra le curve gremite e un cielo che pareva trattenere il fiato, si è scritta una delle pagine più emozionanti della storia recente del Bologna che, dopo cinquantuno lunghissimi anni, torna a sollevare la Coppa Italia, e lo fa nel modo più intenso possibile: con un 1-0 al Milan che sa di liberazione collettiva, di riscatto emotivo, di gioia finalmente incontenibile.
È la notte di Roma, quella che cambia tutto. Un teatro leggendario, lo stadio dei sogni e delle finali, che ha fatto da cornice a una serata storica per i colori rossoblù. Un popolo intero, quello bolognese, accorso in massa nella Capitale, ha potuto piangere di felicità. Un attimo che ripaga attese infinite, generazioni intere cresciute con il ricordo di un passato glorioso e la speranza, mai sopita, di tornare grandi.
Il protagonista assoluto è Dan Ndoye, autore del gol vittoria ma soprattutto, questa sera, incarnazione perfetta della fame, della lucidità e della determinazione che il Bologna ha messo in campo dal primo all’ultimo minuto. Mentre il Milan si è affidato a lampi sporadici di Leao e pochi altri, i rossoblù hanno agito come un corpo unico, compatto e lucido, specchio della mano ferma di Vincenzo Italiano, che proprio all’Olimpico spezza la maledizione delle finali perse – ben tre – e si prende con forza la sua rivincita.
Il suo Bologna ha giocato da squadra vera, con spirito, organizzazione, densità nei momenti giusti e soprattutto con un’idea precisa: non farsi portare via un centimetro. Dopo il vantaggio, il piano tattico è diventato chirurgico: linee strette, pressing coordinato e gestione del ritmo. Ogni palla recuperata valeva un grido sugli spalti, ogni chiusura un passo in più verso la coppa. E quando il cronometro ha scandito l’ultimo secondo, Roma è esplosa in un boato che sembrava un urlo liberatorio arrivato da lontano, da mezzo secolo di attesa.
La Coppa Italia 2024/25 è dunque del Bologna. Un trofeo che vale doppio: è una dichiarazione d’intenti – questo gruppo non è qui per caso – ed è anche la certezza di un posto in Europa, un biglietto per continuare a sognare in grande. Perché questo Bologna, partito tra mille incognite, cresciuto lentamente, ha trovato identità e slancio. E ora, con una coppa in mano, ha anche una consapevolezza nuova: può ambire a restare stabilmente tra le protagoniste.
“Abbiamo fatto una prestazione incredibile”, ha detto Italiano a fine gara, con la voce rotta dall’emozione. “Il percorso che abbiamo fatto viene coronato con questa coppa. Dopo le delusioni, è una rivincita che dedico ai ragazzi, alla famiglia di Joe Barone, che ci è stata vicina. Ora lasciatemi festeggiare”.

























