Stamattina Roma è il mondo. Vero che lo è spesso vista la sua patente di meta turistica per eccellenza. Ma oggi c’è la maratona e mentre scriviamo proviamo la sensazione che davvero ci sfili davanti una riunione delle Nazioni Unite. Solo che oggi si corre. Si corre tanto. Più che tanto, a lungo. Certo fra poco scriveremo di vincitrice e vincitore, ma ora no. Prendiamoci un attimo e raccontiamo di questi colori. C’è un irlandese che forse era ieri all’Olimpico per il Sei Nazioni, un atleta del Benin che saluta, diversi sudafricani, ungheresi, polacchi. Sono 127 le nazioni rappresentate, 27mila runners. Poi sapremo se Roma è entrata nelle prime 15 del mondo per numero di arrivati. Ma ora no, lasciateci raccontare di una donna ai bordi della strada che intravede in arrivo l’amica “Sofia, Sofia, foto”. Deve essere francofona perché il suo è un foto’ con l’accento. Avverte un’altra amica che l’atleta del gruppo sta arrivando e bisogna preparare il telefonino per lo scatto d’autore. Un podista ha una maglia dove c’è scritto “Sopravvissuto al cancro”. Una signora forse aspetta qualcuno ed esibisce un cartello: “Sii felice, divertiti”. All’incrocio Circo Massimo/San Gregorio/Caracalla un altro tifoso dei maratoneti si accorge che c’è un marciapiede sbeccato che può ostacolare i podisti, tutto insieme si riporta la transenna al posto che protegge meglio la corsa dei podisti. In fondo, in uno stadio grande mezza città , siamo tutti organizzatori. E tutti ci attacchiamo alle previsioni che non danno pioggia anche se il cielo ora ha messo il broncio. Poi capita una cosa che ti fa cascare le braccia: un uomo “istiga” una signora che non riesce ad attraversare la strada invasa dai podisti. La solita musica vittimistica che qualche romano proprio non riesce a smettere di suonare. “Ma scusi – chiediamo – a New York, a Tokyo o a Praga e in tutto, dicasi tutto il mondo, si corre una maratona – come fanno?”. Il nostro interlocutore è spiazzato ma si rifugia in corner: “Bisogna organizzarsi”. Che poi tradotto vuole dire: io sono fatto così, mi devo lamentare. Vabbè. Ultima notizia: è tornato il sole.
