Dalle manifestazioni oceaniche in favore della Palestina e della Global sumud flottilla di questo periodo arrivano messaggi incoraggianti: no all’indifferenza e si all’indignazione! E domenica prossima un altro appuntamento: la Marcia Perugia Assisi
C’è ancora speranza! In un mondo attuale così caotico e pericoloso, in cui c’è un’evidente divaricazione tra gli estremi, benessere e malessere, progresso e regresso, ricchezza e povertà, umanità e disumanità, uguaglianza e disuguaglianza, esiste una parte di società che non si vuole più rassegnare a questo stato di cose e ha deciso di darsi una svejata. E lo stanno dimostrando le tante persone scese in piazza negli ultimi giorni, con un collegamento intergenerazionale incredibile. Non si tratta solo di smuovere l’indifferenza e i silenzi verso un genocidio che si sta compiendo sotto i nostri occhi, in diretta. È un risveglio dal torpore in cui ci vorrebbero tenere coloro che continuano ad alimentare paure per costruire armi, ad accusare di odio mentre lo continuano a diffondere, a difendere i ricercati internazionali invece di aprire corridoi umanitari e fermare il massacro. Una parte consistente di umanità non si vuole rassegnare a chi dice che non serve manifestare, che c’è ben altro per cui protestare: e le altre guerre in giro per il mondo? Meglio stare fermi ad assistere inermi sul divano, allora. E poi vanno in scena i classici incidenti a margine dei cortei, con i soliti scalmanati sfascia tutto che riempiono le prime pagine dei giornali schierati (che evidenziano gli scontri e lo striscione scandaloso dimenticandosi della grande marcia di popolo).
Ecco, perché proprio di grandi mobilitazioni popolari si tratta. Famiglie intere con bambini, tanti giovani, boomers, anziani. E anche chi è sceso in piazza per la prima volta in difesa dell’umanità e per ringraziare la Flottilla del grande gesto. In questa realtà digitale e indifferente, dove tutti blaterano alla tastiera, che ci siano state tante persone che si siano mosse dal divano comodo di casa e hanno alzato la voce in strada, è già un fatto che merita rispetto.
“Il dissenso popolare – afferma Antonio De Lellis, coordinatore nazionale di Pax Christi – è un segno potente che insieme alle tante forme di protesta nonviolenta e soprattutto alla Global Sumud Flottilla ha liberato energie positive, riaffermando un principio di umanità che rischiava di essere seppellito. Perché è questo in gioco: il principio di umanità.”
“Ci stavamo allontanando inesorabilmente – continua De Lellis – dal terreno dell’umano a causa delle guerre, delle violenze, delle oppressioni dei popoli e del genocidio in atto. Esiste sempre questa possibilità di ripartire da lì, proprio dal nucleo essenziale della nostra umanità.
Stiamo assistendo ad un passaggio epocale: dai segni del potere al potere dei segni (don Tonino Bello). Se loro hanno il potere della finanza, della propaganda e delle armi, alimentato con la menzogna e la violenza, noi abbiamo la possibilità di unirci e dire che non ci stiamo ad un mondo privo di un senso di umanità.” Sta a noi coltivarla e liberarla da ogni schema violento per tornare nel territorio dell’umano, l’unica garanzia di sopravvivenza. Solo questa prassi fa crescere la vita e il pianeta di cui non siamo i padroni, ma semplicemente i custodi.
Già domenica prossima, 12 ottobre, c’è un altro appuntamento nazionale per proseguire questo cammino in difesa dell’umanità: la Marcia Perugia Assisi, per la Pace e la Fraternità.
In un mondo devastato dall’individualismo, dall’egoismo e dall’indifferenza che uccide e lascia uccidere, mentre lo scontro di interessi alimenta spietate guerre di ogni genere, mentre guerre sanguinose si accaniscono ferocemente contro bambini, donne, malati e anziani, in un mondo intriso di violenza, pieno di muri e confini, mentre si accelera un’incontrollata corsa al riarmo, di fronte ai segni sempre più marcati della “terza guerra mondiale”, noi vogliamo reagire con “un nuovo sogno di fraternità e amicizia sociale”.
In un pianeta in fiamme, in un mondo in guerra, noi vogliamo spingerci in una direzione e in un mondo diverso. Al mondo dell’inevitabile, della guerra inevitabile, della corsa al riarmo inevitabile, dello scontro inevitabile, della competizione inevitabile, delle disuguaglianze inevitabili, dello sfruttamento inevitabile noi rispondiamo con la fraternità e l’amicizia sociale.
La fraternità è l’alternativa alla guerra: l’altro orizzonte possibile. Noi lo vogliamo immaginare, sognare, desiderare e costruire. Facciamolo ancora una volta assieme!
“Mi svegliai (sentendo) l’urlo
che la gente ha il potere
di redimere l’opera dei pazzi
fino alla mitezza, alla pioggia della grazia
è stabilito, è la gente che guida”
