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La Necropoli Vaticana: il cimitero nascosto sotto la Basilica di San Pietro

Quando ci troviamo in Piazza San Pietro, immersi nella grandezza della Basilica e nella maestosità del Colonnato del Bernini, difficilmente pensiamo a ciò che si cela sotto i nostri piedi. Eppure, la storia della Necropoli Vaticana, un vastissimo cimitero sotterraneo risalente al I-IV secolo d.C., è ancora oggi una delle più affascinanti e misteriose della Città Eterna.

L’area su cui oggi sorge la Basilica di San Pietro era, nell’antichità, una zona extraurbana, situata oltre i confini di Roma. Questo perché, secondo la legge romana, i cimiteri non potevano essere all’interno della città. Il terreno, tra il Tevere, il Gianicolo e il Monte Vaticano, ospitava inizialmente un Circo, fatto costruire sotto Caligola (37-41 d.C.) e utilizzato anche dall’imperatore Nerone (54-68 d.C.).

Dopo il devastante incendio di Roma del 64 d.C., l’area del Circo fu teatro di terribili persecuzioni contro i cristiani, considerati i colpevoli del rogo. Qui fu crocifisso San Pietro, primo vescovo di Roma, che secondo la tradizione chiese di essere crocifisso a testa in giù per non eguagliare il sacrificio di Cristo.

L’Apostolo venne sepolto ai margini del Circo, accanto a una strada che potrebbe corrispondere all’antica via Cornelia. La sua tomba divenne immediatamente un luogo di culto e, nel corso dei secoli, attorno a essa si sviluppò una necropoli sempre più vasta, composta da tombe sia pagane che cristiane.

Nel IV secolo, l’imperatore Costantino decise di erigere la prima Basilica di San Pietro proprio sulla sepoltura dell’Apostolo. Per farlo, ordinò di spianare il Colle Vaticano, coprendo la necropoli con metri di terra e creando una piattaforma stabile per la costruzione della Basilica.

Questo processo causò la scomparsa della necropoli, che per secoli rimase sepolta e dimenticata. Fu solo nel XX secolo, durante il pontificato di Pio XII (1939-1958), che la necropoli venne riscoperta quasi per caso. Durante i lavori nelle Grotte Vaticane, gli archeologi si trovarono di fronte a mosaici, mausolei e strutture funerarie perfettamente conservate.

Oggi, grazie alle indagini archeologiche, è possibile visitare una delle aree funerarie più importanti dell’antichità, una testimonianza unica dell’arte e delle tradizioni sepolcrali romane.

All’interno della necropoli sono state ritrovate numerose sepolture appartenenti a famiglie di liberti, ex schiavi che, una volta ottenuta la cittadinanza romana, decidevano di costruire le loro tombe in quest’area. Tra le famiglie più ricche e prestigiose dell’epoca, spicca quella dei Valerii, che possedeva una tomba decorata con splendidi affreschi e mosaici.

Le strutture funerarie presentano caratteristiche architettoniche tipiche dell’epoca: molte tombe sono a pianta rettangolare, con porte in travertino, finestre, terrazze e piccoli recinti antistanti. Alcune di esse conservano ancora i colori originali, con laterizi rossi e gialli che conferiscono un aspetto particolarmente suggestivo all’ambiente.

Nella necropoli sono stati rinvenuti anche numerosi sarcofagi, decorati con raffinati stucchi e motivi ornamentali, che testimoniano il livello artistico raggiunto nelle sepolture romane dell’epoca. Oltre a queste tombe, è stato ritrovato il Trofeo di Gaio, una piccola edicola funeraria costruita sopra la tomba di San Pietro e menzionata nel II secolo dallo scrittore cristiano Gaio. Questo monumento funse da punto di riferimento per Costantino nella costruzione della Basilica.

Il percorso della visita alla necropoli conduce a uno dei punti più sacri della Cristianità: la tomba di San Pietro. Qui, tra iscrizioni e reperti archeologici, si trova la famosa scritta greca “Petros eni” (Pietro è qui), situata nel cosiddetto Campo P, esattamente sotto l’altare maggiore della Basilica di San Pietro.

Necropoli Vaticana
In verde l’area del Circo di Caligola