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VIII – Rione Sant’Eustachio: cuore pulsante tra Pantheon e Piazza Navona, tra arte, storia e romanità

Nel cuore più autentico della Città Eterna, tra l’imponenza senza tempo del Pantheon e l’eleganza vivace di Piazza Navona, si estende il Rione Sant’Eustachio, uno dei quartieri più suggestivi e ricchi di storia di Roma. La sua posizione strategica lo rende da sempre una meta privilegiata per i visitatori provenienti da ogni angolo del mondo, attratti tanto dalla bellezza dei monumenti quanto dall’atmosfera profondamente romana che vi si respira.

Camminando tra le sue vie acciottolate, si percepisce subito il fascino di un rione che ha saputo mantenere intatto il proprio carattere. Qui si alternano hotel eleganti a due passi dalle principali attrazioni, trattorie storiche dove gustare la vera cucina romana – dalla carbonara all’abbacchio – e bar accoglienti, ideali per una pausa caffè o un dolce ristoro dopo una lunga passeggiata.

Ma Sant’Eustachio non è solo ospitalità: è soprattutto arte e spiritualità. Tra i luoghi di maggior rilievo spicca Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, capolavoro di Giuliano da Sangallo, simbolo del potere istituzionale nel cuore di Roma. Di straordinaria rilevanza è anche la Chiesa di San Luigi dei Francesi, scrigno di tre celebri dipinti del Caravaggio dedicati alla vita di San Matteo, capolavori del Seicento che ancora oggi lasciano senza fiato.

Poco distante, si trova la Basilica di Sant’Eustachio, che dà il nome al rione: sulla sommità svetta la celebre testa di cervo, emblema del santo e del quartiere. L’edificio è tra i primi esempi di architettura rinascimentale a Roma. Sempre in zona, si può ammirare anche la Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, al cui interno troneggia un’altra opera di Caravaggio, la Madonna dei Pellegrini, così reale da commuovere. Proseguendo, si incontra la Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, vero gioiello del barocco romano con la sua inconfondibile lanterna spiraliforme, firmata da Borromini, e infine la Basilica di Sant’Andrea della Valle, nota per la sua maestosa cupola, seconda solo a quella di San Pietro.

Il rione custodisce anche testimonianze di un passato imperiale. Tra Pantheon e lo Stadio di Domiziano sorgevano le Terme di Nerone, edifici colossali del 62 d.C., la cui pianta originaria copriva un’area di circa 190 per 120 metri. Oggi ne restano soltanto due imponenti colonne in granito rosa, visibili sul lato destro della chiesa di Sant’Eustachio: tracce monumentali che ancora suggeriscono la grandezza dell’antico complesso termale.

Il cuore del rione è senza dubbio Piazza Sant’Eustachio, dove sorge la basilica omonima e uno dei caffè più famosi della capitale, il Sant’Eustachio, celebre per il suo espresso dalla crema densa e sapore inconfondibile. Un luogo che per i romani è ormai diventato tappa obbligata, quasi rituale.

Tra le curiosità che impreziosiscono il rione, in via degli Staderari si incontra una delle fontane più particolari di Roma: la Fontana dei Libri, dedicata all’antico palazzo della Sapienza, un tempo sede dell’università, oggi trasferita a Trastevere. L’opera presenta quattro tomi da cui sgorga l’acqua e una testa di cervo: simboli del sapere e del rione stesso, un omaggio alla cultura come fonte perenne di vita.

E non è finita. In via dei Redentoristi, al civico 13, una targa ricorda che proprio lì nacque Giuseppe Gioachino Belli, sommo poeta dialettale, voce immortale della Roma dell’Ottocento. Un altro scorcio di storia si trova presso la chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, dove campeggia una delle celebri statue parlanti di Roma: l’Abate Luigi, che con le sue invettive satiriche commentava la vita politica romana tra XIV e XV secolo, diventando portavoce ironico del malcontento popolare.

I confini di Sant’Eustachio si snodano tra via dei Portoghesi, via della Stelletta, via e piazza della Maddalena, via del Pantheon, piazza della Rotonda, via di Torre Argentina, largo Arenula, piazza Cairoli, via dei Giubbonari, piazza dei Satiri, largo dei Chiavari, corso Rinascimento, piazza Sant’Agostino e via dei Pianellari, in un dedalo urbano che racconta secoli di storia, cultura e devozione.

Lo stemma del rione raffigura una testa di cervo con una croce o il busto di Cristo sul capo, su fondo rosso e dorato: un’immagine potente che racchiude in sé spiritualità e identità, diventando emblema di un quartiere che sa fondere sacro e profano, memoria e modernità, tradizione e accoglienza.