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Nicola Sansone, la fotografia come libertà: retrospettiva al Museo di Roma in Trastevere

Sessanta scatti per raccontare l’Italia che cambia, l’umanità che resiste e uno sguardo libero come pochi: il Museo di Roma in Trastevere celebra fino al 6 maggio l’opera del fotogiornalista Nicola Sansone.

C’è ancora tempo fino a domani, 6 maggio 2025, per visitare al Museo di Roma in Trastevere “Nicola Sansone – La fotografia come libertà”, la retrospettiva dedicata a uno dei testimoni più autentici e appassionati dell’Italia del dopoguerra. Un’occasione rara per immergersi nell’universo in bianco e nero di un autore che ha fatto della macchina fotografica uno strumento di esplorazione sociale, oltre che estetica.

Nicola Sansone nasce a Napoli nel 1921 e avvia la sua attività di fotogiornalista nel 1949. È il 1957 quando, insieme al fratello Antonio e a un gruppo di colleghi illuminati – tra cui Calogero Cascio, Caio Garrubba e Franco Pinna – fonda l’agenzia Realfoto, punto di riferimento per un nuovo modo di raccontare la realtà. Un racconto che abbandona la retorica per abbracciare la verità, spesso scomoda, sempre umana.

La sua fotografia non ha filtri: ritrae l’Italia della ricostruzione, delle campagne dimenticate, delle borgate romane, delle periferie che cominciano a prendere forma. Ma non si limita ai confini nazionali. Sansone esplora anche l’America e il Giappone degli anni Cinquanta e Sessanta, con lo stesso sguardo curioso e mai giudicante che ne caratterizza l’intera produzione.

La mostra si sviluppa nelle sale del Pianoforte del Museo e presenta circa sessanta immagini in bianco e nero, scelte tra le più rappresentative del suo archivio. Il percorso, curato da Renato Corsini e Margherita Magnino, restituisce l’essenza di un’Italia sospesa tra tradizione e modernità, tra fatica e speranza. Ma soprattutto ci parla della libertà, quella che Sansone rivendicava attraverso il gesto fotografico, libero da condizionamenti, preconcetti e imposizioni narrative.

Dai volti segnati dei contadini del Sud alle atmosfere industriali del Nord in trasformazione, fino agli spazi urbani dove nascono nuove forme di aggregazione: ogni scatto è una pagina di diario, ogni inquadratura un racconto che non ha bisogno di didascalie.

Promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’esposizione è organizzata in collaborazione con Ma.Co.f – Centro della Fotografia Italiana di Brescia, con i servizi museali affidati a Zètema Progetto Cultura. Il valore della mostra non è solo storico o estetico, ma anche civile. Sansone, infatti, ha sempre inteso la fotografia come uno strumento di libertà, appunto, e di denuncia. Le sue immagini raccontano la marginalità senza pietismo, ma con empatia. Mostrano la povertà, l’esclusione, la fatica, ma anche la dignità, la resistenza, la speranza.

Nel panorama fotografico italiano, Nicola Sansone è forse una figura meno celebrata rispetto ad altri suoi contemporanei. Ma questa retrospettiva ne riafferma con forza la statura: un autore completo, coerente, profondamente legato al suo tempo e capace di leggere la realtà con una lucidità che colpisce ancora oggi.

Per chi ama la fotografia, per chi è curioso della storia sociale del nostro Paese, per chi cerca uno sguardo autentico sul mondo, “La fotografia come libertà” è una tappa obbligata.