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“Modotti a Roma”: un titolo che da solo evoca arte, passione e impegno politico
Ed è proprio nella capitale italiana che prende vita un omaggio intenso e toccante alla figura di Tina Modotti, fotografa, attrice e rivoluzionaria del Novecento, protagonista assoluta della mostra allestita nella suggestiva cornice del Museo di Roma in Trastevere.
La mostra a Roma, intitolata “Tina Modotti. Donna, Fotografa, Militante. Una vita fra due Mondi”, raccoglie circa 60 materiali originali tra fotografie, lettere, documenti, articoli e testi, che restituiscono un ritratto sfaccettato e straordinariamente attuale di questa figura italo-americana, ponte simbolico e umano tra la cultura italiana e quella messicana.
L’iniziativa è promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, curata dall’associazione Storia e Memoria Aps di Albano Laziale e realizzata in collaborazione con la Segreteria di Cultura del Governo del Messico e l’Archivio della Fototeca Nazionale dell’INAH. Partner culturale NOIDONNE, mentre i servizi museali sono affidati a Zètema Progetto Cultura.
Un’esposizione dal respiro internazionale
Le opere esposte nella sala del Pianoforte del Museo di Roma in Trastevere provengono direttamente dalla prestigiosa Fototeca dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) di Pachuca Hidalgo, la più grande collezione iberoamericana. La mostra include 94 immagini originali, 84 negativi e 10 diapositive, realizzate da Tina Modotti tra il 1923 e il 1930.
Queste fotografie raccontano la sua evoluzione: da musa e allieva di Edward Weston a fotografa affermata, testimone della realtà sociale messicana post-rivoluzionaria. I suoi scatti, che ritraggono lavoratori, manifestazioni, donne e bambini, restituiscono non solo una bellezza estetica rigorosa, ma anche una profonda consapevolezza politica. Modotti a Roma si rivela così una rara occasione per scoprire, o riscoprire, il talento di una pioniera della fotografia sociale.
Una donna, una rivoluzionaria
Il percorso espositivo va oltre la semplice cronologia: evidenzia l’integrazione di Tina nel tessuto sociale e culturale messicano, la sua adesione al Partito Comunista Messicano, e il suo ruolo attivo nelle Brigate Internazionali durante la Guerra Civile Spagnola. Il suo esilio a Berlino, la clandestinità, il ritorno in Messico sotto falsa identità e la sua morte prematura, nel 1942, a soli 45 anni, compongono il ritratto complesso di una donna divisa tra arte e militanza, sentimento e rivoluzione.
Tra arte e memoria collettiva
La mostra a Roma riesce nel difficile compito di avvicinare il pubblico contemporaneo a una figura spesso relegata ai margini dei manuali ufficiali, ma oggi più attuale che mai. Un viaggio fotografico, politico e umano, che parla di identità, resistenza e dignità.
Il progetto è anche il risultato del lavoro congiunto tra l’associazione Storia e Memoria Aps e il Coordinamento Tina Modotti, nato con l’intento di valorizzare in Italia il patrimonio visivo e ideologico di questa grande testimone del Novecento. Le immagini provengono dal lascito di Carlos Vidali, figlio di Vittorio Vidali, senatore del PCI e ultimo compagno di Tina Modotti, che affidò il materiale alla Fototeca Nazionale nel 1979.