Nel panorama del giornalismo italiano del XX secolo, Oriana Fallaci ha rappresentato una figura unica, spigolosa e appassionata, capace di sfidare convenzioni e pregiudizi con una determinazione feroce. Nella nuova miniserie Miss Fallaci, presentata alla Festa del Cinema di Roma e presto in onda su Rai1, Miriam Leone veste i panni della giovane Oriana, raccontando con autenticità le origini e le prime battaglie di quella che sarebbe diventata un’icona del giornalismo mondiale. Diretto da Luca Ribuoli, Giacomo Martelli e Alessandra Gonnella, il progetto è un ritratto sfaccettato della Fallaci nei suoi anni formativi, tra sogni, lotte e la tenace ricerca della propria libertà.
Nel 1955, Oriana Fallaci è una giovane giornalista nella redazione de L’Europeo, relegata a scrivere di cinema e celebrità. In un mondo dominato dagli uomini, lei è “la ragazza del cinema,” un’etichetta che le sta stretta. Oriana, che durante la Seconda Guerra Mondiale aveva sfidato il pericolo trasportando messaggi e bombe per i partigiani, non poteva accontentarsi di raccontare storie di star e frivolezze. Voleva parlare di politica e affrontare i potenti, in un’Italia in cui queste interviste erano appannaggio dei soli uomini. La serie riesce a raccontare questo periodo come un momento cruciale, dove Oriana lotta non solo per emergere, ma per affermare il proprio diritto a una carriera che le permetta di esplorare la verità, lontano dai riflettori dello showbiz.
Miss Fallaci riesce a far emergere un ritratto inedito della giornalista, quello di una giovane donna pronta a sfidare un ambiente ostile, ma anche con la fragilità di chi ancora cerca il proprio posto nel mondo. Oriana è una “femminista solitaria” in un’epoca in cui alle donne veniva chiesto di fare la segretaria e non di sognare una carriera. Miriam Leone incarna splendidamente questi contrasti, con una performance che trasmette l’ironia tagliente e la vulnerabilità nascosta di Oriana. La sua interpretazione è arricchita da uno studio dettagliato sui materiali personali della giornalista, dai suoi appunti alla sua grafia, messi a disposizione dal nipote Edoardo Perazzi, che ha contribuito a rivelare gli angoli più intimi e sconosciuti della casa milanese di Oriana.
Una delle vicende più significative raccontate nella serie è il viaggio di Oriana in America per intervistare Marilyn Monroe. L’accordo con L’Europeo è chiaro: se Oriana riuscirà a portare a casa l’intervista con la star, potrà passare alla redazione politica. Ma a New York, pur non riuscendo a ottenere l’intervista, la Fallaci produce un pezzo sincero in cui ammette il proprio fallimento, trasformando però questa esperienza in un nuovo punto di partenza. Con uno stile inconfondibile, comincia a raccontare Hollywood in modo diverso, descrivendo l’umanità vulnerabile e, spesso, ironicamente patetica, che vi si nasconde. Da qui, nascerà quella voce inconfondibile che l’avrebbe accompagnata per tutta la carriera.
La serie cerca di andare oltre la “terribile antipatia” per cui la Fallaci era nota, esplorando le radici della sua personalità complessa e ribelle. Dalla giovinezza, segnata dall’esperienza della guerra, Oriana aveva maturato una visione del mondo come campo di battaglia, convinta che ogni giorno fosse una lotta per la verità e per l’affermazione di sé. “La guerra non è solo dove cadono le bombe; ognuno di noi conduce la sua guerra personale ogni giorno,” dice Oriana in una scena della serie. Questo spirito indomito è quello che la spingerà a combattere contro il sessismo e a cercare di spezzare le catene di una società che relegava le donne ai margini.
Oltre al ritratto psicologico della protagonista, Miss Fallaci dedica grande attenzione alla ricostruzione storica, portando lo spettatore in città come New York, Los Angeles, Milano, Londra e Firenze negli anni ‘50. Pur girate prevalentemente a Roma e dintorni, queste ambientazioni vengono ricreate con un’accuratezza che permette allo spettatore di immergersi in un’epoca passata, dove la battaglia di Oriana contro le convenzioni assume un valore universale.






