Domani, martedì 21 gennaio alle ore 20, la Casa del Cinema ospiterà un evento speciale dedicato a Morrisa Maltz, artista, regista, sceneggiatrice e produttrice cinematografica. La regista incontrerà il pubblico prima della proiezione di “Jazzy”, il suo secondo lungometraggio, prodotto da Lily Gladstone, che le è valso il Premio per la miglior regia alla scorsa edizione della Festa del Cinema di Roma.
Diplomata in Fine Arts alla Columbia University di New York, Morrisa Maltz è una figura poliedrica del panorama artistico internazionale. Le sue opere sono state esposte in prestigiose istituzioni come il MOCA e il MCASB, ma è nel cinema che ha trovato un mezzo per raccontare storie di grande profondità. Nel 2022 ha realizzato il suo primo lungometraggio di finzione, “The Unknown Country”, in cui ha collaborato per la prima volta con Lily Gladstone, attrice premiata con l’Oscar® per il ruolo in “Killers of the Flower Moon” di Martin Scorsese.
“Jazzy”, il secondo film di Maltz, è un’intensa opera che mescola documentario e finzione, portando sul grande schermo sei anni di vita e amicizia tra due ragazzine di etnia Oglala Lakota. Ambientato a Spearfish, nel Dakota del Sud, il film racconta la crescita di Jasmine Bearkiller Shangreaux, protagonista del cast insieme a Syriah Fool Head Means, amica del cuore di Jasmine, e altri interpreti tra cui Richard Ray Whitman e Raymond Lee.
La regista descrive il film come un romanzo di formazione, che esplora con sensibilità il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. “Jazzy Bearkiller è la mia figlioccia. L’ho vista crescere dai cinque anni fino a diventare attrice nel mio film precedente, e questo lavoro è un ritratto delle sue metamorfosi”, ha dichiarato Maltz. Nonostante la struttura di finzione, il film si nutre delle esperienze reali di Jasmine e Syriah, che hanno condiviso sul set emozioni autentiche e momenti di grande poesia.
Attraverso lo sguardo delle protagoniste, “Jazzy” accompagna lo spettatore nel delicato viaggio della crescita, narrando con dolcezza la curiosità e le difficoltà di voltare le spalle al mondo dell’infanzia. “Ho sempre trovato più semplice empatizzare con i più piccoli”, ha aggiunto la regista. “Nel film ho voluto dare a queste vite, solo apparentemente piccole, la stessa importanza che diamo alla nostra. Ci hanno incantati con la poesia del loro diventare grandi”.
“Jazzy” si distingue per il suo approccio visivo e narrativo originale: per gran parte del film, gli adulti rimangono solo voci, sagome o ombre, ai margini del mondo infantile delle protagoniste. Solo nella parte finale, in occasione di una cerimonia Lakota, le figure adulte entrano in scena, mostrando l’interazione tra generazioni. Il film, coprodotto da Lily Gladstone, è una celebrazione della cultura Oglala Lakota, arricchita da una narrazione che non scade mai nella banalità, esplorando invece con delicatezza i legami, i cambiamenti e i piccoli grandi drammi della crescita.
L’incontro di domani offrirà un’intima riflessione sul processo creativo della regista, seguito dalla proiezione di un film che promette di emozionare e lasciare il segno. Per i partecipanti, sarà un viaggio unico nel mondo di “Jazzy”, attraverso uno sguardo che unisce autenticità e poesia, trasformando una semplice storia di amicizia in un racconto universale.