Lo slogan scelto per questa edizione, “Uniti per un lavoro sicuro”, pone l’accento su un tema tanto urgente quanto fondamentale: la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Un messaggio condiviso da CGIL, CISL e UIL, organizzatori dell’evento, che ribadiscono con forza la necessità di azioni concrete contro le morti bianche e le condizioni precarie.
A guidare l’evento saranno tre volti molto amati: Noemi, Ermal Meta e BigMama. I primi due tornano sul palco anche quest’anno dopo la positiva esperienza del 2024, mentre BigMama porta la sua energia e il suo impegno in una veste inedita da conduttrice. Spazio anche alla scienza e all’ironia con le incursioni di Vincenzo Schettini, il “prof” della fisica che sui social ha conquistato migliaia di follower.
La musica sarà, come sempre, la grande protagonista. A partire dalle 13.30, prenderà il via un vero e proprio viaggio sonoro con oltre 50 artisti che si alterneranno sul palco. Ecco la line-up completa in ordine alfabetico:
Achille Lauro, Alfa, Andrea Cerrato, Anna and Vulkan, Anna Carol, Anna Castiglia, Arisa, Bambole di Pezza, Brunori Sas, Carl Brave, Centomilacarie, Dente, Ele A, Elodie, Eugenio in Via di Gioia, Federica Abbate, Franco126, Fulminacci, Gabry Ponte, Gaia, Gazzelle, Ghali, Giglio, Giorgia, Giorgio Poi, Giulia Mei, i Benvegnù, Il Mago del Gelato, Joan Thiele, Legno & Gio Evan, Leo Gassmann, Luchè, Lucio Corsi, Mimi, Mondo Marcio, Orchestraccia ft. Mundial, Patagarri, Pierdavide Carone, Rocco Hunt, Senhit, Serena Brancale, Shablo con special guests, The Kolors, Tredici Pietro.
Ad aprire la giornata, nell’opening delle 13.30, si esibiranno Cyrus, Cosmonauti Borghesi, Joao Ratini, SOS – Save Our Souls, insieme ai tre vincitori del contest 1MNEXT: Cordio, Dinìche e Fellow, in una sfida finale che promette scintille.
Il Concertone 2025 conferma il suo spirito inclusivo. Grazie a Rai Pubblica Utilità, saranno garantiti sottotitoli in diretta (pagina 777 di Televideo), audiodescrizioni per il pubblico cieco e traduzioni in LIS (Lingua dei Segni Italiana) per rendere l’evento davvero accessibile. Dalle ore 20, una squadra di 7 performer LIS, tra cui due giovani sordi, e 2 interpreti, si alterneranno sul palco e sugli schermi laterali per interpretare i brani e gli interventi dal vivo, creando una dimensione artistica ancora più coinvolgente.
Chi non potrà essere presente in piazza, potrà seguire l’evento in diretta su più canali:
- Rai 3: diretta TV con anteprima dalle 15 alle 16, poi concerti in tre fasce (16-18.55, 20-21, 21.05-24)
- Rai Radio2: diretta integrale in simulcast con Rai 3, dalle 15.15 fino a notte inoltrata, con postazione esclusiva nel backstage
- RaiPlay e Rai Italia: streaming in diretta e on demand, con clip, interviste e dietro le quinte
- RaiPlay Sound: riascolto on demand e contenuti originali tematici
- Social di Rai 3, RaiPlay e Radio2: aggiornamenti in tempo reale, video esclusivi, retroscena e contenuti speciali
Oltre alla musica, il Concerto del Primo Maggio resta un’occasione importante per parlare di lavoro, diritti, sicurezza, inclusione e futuro. Una giornata di festa, sì, ma anche di riflessione, che rinnova ogni anno il suo significato originario: dare voce a chi lavora, lottando per condizioni più giuste e umane.
La musica unisce, coinvolge, denuncia e ispira. Il Primo Maggio a San Giovanni è tutto questo e molto di più.
Mentre sul palco di Piazza San Giovanni si alzerà il coro festoso del Concerto del Primo Maggio, tra musica, diritti e inclusione, c’è una nota stonata che da cinque anni non smette di risuonare tra i professionisti dell’immagine: i fotografi, lavoratori a tutti gli effetti, vengono sistematicamente esclusi dalla possibilità di svolgere il proprio mestiere nella zona sotto palco, in una delle giornate simbolicamente più rilevanti per il mondo del lavoro.
Una contraddizione che stride fortemente con lo spirito stesso dell’evento, promosso dai sindacati per celebrare la dignità e i diritti dei lavoratori. Proprio in questa giornata, molti di quei professionisti che raccontano quotidianamente l’intrattenimento dal vivo nella Capitale – dagli eventi musicali alle manifestazioni culturali – si vedono negare l’accesso a uno spazio che, per motivi di sicurezza, è notoriamente ampio e gestibile, come dimostrano le numerose kermesse romane (e non solo) che accolgono regolarmente i fotografi nelle immediate vicinanze del palco.
Non si tratta di una questione estetica o di prestigio, ma di un problema occupazionale concreto: per chi lavora con la fotografia e documenta il mondo dello spettacolo, essere esclusi da un evento di tale portata – nonostante regolari richieste, pass stampa, esperienze certificate e iscrizioni ad albi professionali – rappresenta una forma di discriminazione e di mancato riconoscimento del proprio ruolo.
Un evento che si proclama inclusivo, accessibile, dedicato alla sicurezza e ai diritti di ogni lavoratore, non può permettersi di ignorare chi del lavoro fa testimonianza visiva. I fotografi non sono un ornamento o un surplus da gestire con leggerezza: sono testimoni e narratori, occhi attraverso cui la memoria dell’evento resta nel tempo. Escluderli, in un giorno così carico di significato, è un gesto che si avvicina più a una rimozione simbolica che a una scelta organizzativa.
Chi tutela allora il lavoro di questi professionisti? Dove finisce il confine tra sicurezza e esclusione sistematica? È forse più comodo gestire un’immagine “controllata” dell’evento, filtrata solo da canali ufficiali? Se così fosse, ci troveremmo di fronte a una seria riflessione da fare sulla trasparenza e la pluralità dell’informazione in uno spazio pubblico.
Il Concertone del Primo Maggio, se vuole davvero onorare i principi che proclama, deve aprirsi a tutte le professionalità coinvolte nel sistema dell’intrattenimento. Perché non c’è festa del lavoro che tenga, se alcuni lavoratori vengono sistematicamente lasciati fuori.
E allora, nel giorno che dovrebbe appartenere a tutti, che Primo Maggio è quello in cui non tutti possono lavorare?