C’è un tempo che si perde per ritrovarsi. Un tempo che non obbedisce all’orologio né alle logiche della produttività, ma che si concede all’attesa, al silenzio, alla possibilità di immaginare. Si chiama “CONTRATTEMPO”, ed è il titolo della performance di teatrodanza firmata da Riccardo Vannuccini, in scena questa sera alle ore 21.00 sul palco del Teatro Vascello.
Ma “CONTRATTEMPO” è molto più di uno spettacolo. È il diario scenico di un viaggio lungo tre anni tra le strade, le piazze e le case di Corviale e Vigne Nuove, quartieri-simbolo della periferia romana, dove Vannuccini ha costruito passo dopo passo una corrispondenza emozionale tra luoghi vissuti e linguaggi performativi, persone reali e immaginazione condivisa.
La performance nasce da una pratica teatrale non convenzionale, un teatro nomade, che ha attraversato margini urbani e relazioni umane, tra chi vive realtà spesso trascurate dalle rotte culturali ufficiali. In questi territori, Vannuccini ha trasformato il gesto teatrale in dispositivo poetico di rigenerazione, raccogliendo memorie, interruzioni, dettagli del quotidiano, fino a restituirli in scena sotto forma di movimento, voce, assenza e frammenti.
“CONTRATTEMPO” è dunque un collage scenico, una mappa sentimentale composta da silenzi, esitazioni, imperfezioni e gesti a perdere, che si oppone volutamente al tempo efficiente e meccanico della città contemporanea. Un tempo altro, fragile ma fertile, capace di generare energie creative e nuove ipotesi di cittadinanza, a partire da chi quei luoghi li abita ogni giorno.
Il Teatro Vascello, casa storica della sperimentazione romana, accoglierà questa serata come un rito urbano in cui il palco si fa eco e specchio dei marciapiedi, dei semafori, dei tornanti di cemento dove il lavoro di Vannuccini ha trovato terreno per germogliare. Il pubblico sarà invitato a un viaggio emozionale e percettivo, tra desideri e ricordi, sogni e gesti sospesi, attraverso un linguaggio che fonde corpo, spazio e memoria.
L’appuntamento di questa sera sarà la prima tappa teatrale di una trilogia urbana che, dopo Monteverde, tornerà tra le persone che lo hanno ispirato: il 12 giugno a Corviale e il 20 giugno a Vigne Nuove, in una continuità circolare tra creazione e restituzione, centro e margine, palcoscenico e piazza.
In un tempo storico in cui parlare di rigenerazione urbana rischia spesso di diventare una formula retorica, “CONTRATTEMPO” dimostra come il teatro possa essere davvero un atto politico e poetico di restituzione alla città. Un modo per restituire visibilità, voce e dignità alle periferie, non come contenitori da “recuperare”, ma come luoghi vivi di esistenza e creazione.
Le azioni sceniche che hanno preceduto lo spettacolo – e che continueranno a nutrirlo – sono state pensate come pause improvvise nel flusso della quotidianità, piccoli squarci di possibilità, capaci di sospendere l’ovvio e far emergere l’inatteso. Così, tra le mura domestiche, nei cortili, tra i bar e i marciapiedi, si è fatto teatro. Non per rappresentare, ma per abitare poeticamente il reale.