Il grande sport internazionale a Roma ha ancora una volta dimostrato tutto il suo potenziale, con il Parco del Colle Oppio che si è trasformato nel cuore pulsante dello skateboard mondiale grazie alle semifinali della WST World Cup Rome 2025. Una giornata di adrenalina pura, colpi di scena e performance mozzafiato che hanno ribaltato ogni pronostico e infiammato il pubblico romano accorso in massa.
Sabato 14 giugno, a far da apripista sotto un sole implacabile, sono state le ragazze dello street femminile, protagoniste di una semifinale tanto spettacolare quanto sorprendente. Per la prima volta nella storia del World Skateboarding Tour, la numero uno del ranking mondiale Rayssa Leal non è riuscita ad accedere alla finale. Ma non solo: il Brasile, patria dominante della disciplina, non avrà nessuna rappresentante nella finale femminile. Un’assenza che ha lasciato il pubblico del Colle Oppio senza fiato e gli appassionati con molti interrogativi.
Tra le giovani promesse che hanno brillato, spicca Daniela Terol, prima spagnola a centrare la finale WST nello street femminile, che ha incantato con la sua tecnica e visione di gioco. A rappresentare l’Europa nella top 8 ci sarà solo lei, in un dominio asiatico sempre più marcato. Non a caso, ben cinque giapponesi si sono qualificate per la finale di domenica, tra cui le medagliate olimpiche Momiji Nishiya e Funa Nakayama, il talento purissimo della campionessa mondiale 2023 Yumeka Oda, l’energica Coco Yoshizawa – oro a Parigi – e la potente esordiente Ibuki Matsumoto, seconda in classifica alla sua terza apparizione nel WST.
Ma a dominare su tutte è stata l’australiana Chloe Covell, che ha registrato non solo il miglior punteggio nella Run ma anche le due Best Trick più alte della giornata, incluso il primo 90+ della tappa romana. Chloe si candida a essere la regina assoluta della finale.
E se tra le donne la tecnica e la tenacia hanno riscritto la storia, nel maschile non sono mancati momenti degni di nota. A rompere l’incantesimo per il Brasile ci ha pensato Ivan Monteiro, tornato in grande forma dopo un lungo stop per infortunio. Il suo entusiasmo, esploso al termine della sua Heat, ha scosso il parco e restituito energia al pubblico.
Le Run da 45 secondi – invariate nel nuovo formato – hanno invece messo in difficoltà più di un atleta. Ma è stato il giapponese Kairi Netsuke ad accendere la miccia con un heelflip back tail bigspin out da manuale, centrato al primo tentativo. Una risposta fragorosa dal pubblico e lo show è ufficialmente iniziato.
Il giovane Daiki Ikeda, fratello minore del top player Daisuke, ha sì mancato la finale, ma ha lasciato il segno con il suo approccio coraggioso e hardflips che hanno fatto impazzire i presenti. Nella seconda Heat sono emersi i big del circuito, con un immenso Sora Shirai in testa: per lui tutto sembra più facile, al punto che la sua prestazione ha quasi dato l’idea di un’altra dimensione.
Dietro Shirai, Yuto Horigome ha confermato il suo talento naturale: sebbene non ancora nella forma dei giorni migliori, l’ex campione olimpico ha guadagnato agevolmente la finale. A rubare la scena, però, è stato il brasiliano Gio Vianna. Potente, originale, determinato. Con due Best Trick oltre i 90 punti e un incredibile 94.59, Vianna sembra pronto a trasformare il potenziale in realtà. Il trick che gli ha garantito l’ovazione? Un caballerial fakie nosegrind sullo stesso hubba dove Toa Sasaki vinse il Mondiale dieci mesi fa.
Anche Vincent Milou, tra i volti più amati del circuito, ha emozionato con il suo stile pulito e il tentativo audace di uno switch flip back lip, che però non ha raggiunto l’obiettivo sperato. Il pubblico, però, ha applaudito lo stesso. Perché Milou è uno di quei rider che incarnano lo spirito del Roma sportivo: cuore, rischio, estetica.
Delusione per il sudcoreano Juni Kang, autore di una settimana perfetta fino al momento decisivo del Best Trick, dove purtroppo ha mancato l’atterraggio in tutti i tentativi. Ma il talento c’è, e tornerà presto a farsi sentire.