La sfida tra Porto e Roma nell’andata degli spareggi di Europa League ha evidenziato un aspetto tattico cruciale: il modo in cui entrambe le squadre hanno cercato di sfruttare o neutralizzare il pressing a uomo dell’avversaria. Al termine della gara, terminata 1-1, l’allenatore del Porto, Martín Anselmi, ha sottolineato come il suo piano di gioco fosse stato studiato proprio per trarre vantaggio dalla strategia difensiva della Roma, affermando che il numero di passaggi non è fondamentale per segnare, ma è sufficiente un solo movimento efficace per superare il pressing.
Secondo l’osservatore tecnico UEFA Rui Faria, il match ha mostrato un’interessante dinamica tattica, con le due squadre che hanno adottato formazioni quasi speculari. Il Porto si è disposto con un 3-4-3, mentre la Roma ha scelto il 3-5-2, creando situazioni di uno contro uno in tutto il campo. In fase di costruzione del gioco, ciascuna squadra ha tentato di esercitare pressione sull’altra, cercando di ostacolare il possesso palla attraverso una marcatura individuale molto aggressiva.
Il pressing a uomo è una strategia che, se da un lato permette di soffocare la costruzione avversaria, dall’altro comporta sempre una certa instabilità posizionale. Nel momento in cui un giocatore perde il duello individuale, la sua squadra diventa immediatamente più vulnerabile. Come spiegato da Rui Faria, costruire gioco contro una pressione alta di questo tipo è estremamente complesso e richiede che i calciatori sappiano muoversi con grande rapidità e precisione.
Per superare la pressione, una delle soluzioni più efficaci è attirare gli avversari su un lato del campo e poi verticalizzare il gioco, sfruttando la profondità e la velocità degli attaccanti. Questo approccio consente di liberare spazi e creare situazioni vantaggiose in fase offensiva. Tuttavia, quando il pressing avversario è molto intenso, diventa necessario avere un’elevata reattività sulle prime e seconde palle per poter riconquistare il possesso e ripartire in attacco.
La squadra portoghese ha cercato di sfruttare la marcatura a uomo della Roma attraverso movimenti senza palla e rapidi scambi tra tre o quattro giocatori. Come mostrato in alcune clip dell’analisi UEFA, il Porto ha utilizzato situazioni di tre contro tre in spazi ristretti per favorire la progressione del pallone. Questa strategia ha consentito ai giocatori di Anselmi di trovare varchi nella difesa giallorossa e portarsi rapidamente in zona d’attacco.
Secondo Rui Faria, quando i difensori sono in possesso del pallone, diventa fondamentale che il centrocampo liberi spazi per permettere ai compagni di ricevere e avanzare. Il tempismo nel movimento e nel passaggio diventa quindi un elemento chiave per eludere il pressing avversario e creare situazioni di superiorità numerica. Un altro concetto tattico determinante è quello del terzo uomo, ovvero l’inserimento di un giocatore aggiuntivo che possa fungere da punto d’appoggio per favorire il giro palla e permettere lo sviluppo dell’azione offensiva.
Un altro esempio significativo è stato il gol della Roma, che ha evidenziato una strategia differente per aggirare il pressing alto del Porto. In questa occasione, il portiere Mile Svilar, pressato in maniera aggressiva dagli attaccanti avversari, ha scelto di rilanciare lungo, evitando di costruire dal basso.
Il Porto è riuscito a vincere sia il primo che il secondo duello aereo, ma la Roma ha reagito immediatamente con una transizione difensiva efficace, riconquistando il possesso grazie a un’intensa fase di contro-pressing. Questo recupero ha consentito ai giallorossi di ribaltare l’azione e costruire l’azione che ha portato alla rete del vantaggio.