Due lampi nella ripresa regalano a Sarri la seconda vittoria consecutiva e il sesto risultato utile di fila. L’Olimpico ritrova entusiasmo, la classifica torna a sorridere
La Lazio si rialza, vince e convince nel momento più delicato del suo campionato. I biancocelesti superano il Cagliari per 2-0 grazie alle reti di Isaksen e Zaccagni, trovando continuità e fiducia. Una vittoria che vale doppio: per la classifica e per il morale, dopo settimane di alti e bassi. L’Europa, ora, non è più un miraggio: Sarri e i suoi si portano a -3 dal sesto posto, con una striscia positiva che comincia a pesare anche sul piano psicologico.
Il primo tempo è un mix di equilibrio e timori. Lazio e Cagliari si studiano, si rispettano, ma faticano a colpire. Zaccagni è il più ispirato tra i biancocelesti, mentre Folorunsho mette in difficoltà la retroguardia laziale. L’occasione più nitida capita a Marusic al 32’, ma Caprile è prodigioso. Si va al riposo sullo 0-0, ma nella ripresa la Lazio cambia marcia. Al 66’ Isaksen decide di mettersi in proprio: scarta due uomini, rientra sul destro e disegna una traiettoria perfetta all’angolino. L’Olimpico esplode, la squadra ritrova fiducia e ordine. Gila guida la difesa con sicurezza, Guendouzi e Vecino fanno filtro e nel recupero arriva il raddoppio firmato da Zaccagni: un destro a giro da applausi che chiude il match e accende il boato dei 35mila presenti.
La Lazio torna a respirare e guarda di nuovo verso l’alto. Con questo successo, la squadra di Sarri conquista la seconda vittoria consecutiva e il sesto risultato utile di fila, scalando fino all’ottavo posto e portandosi a -3 dalla Juventus, ora sesta. La solidità difensiva, quarta gara senza subire gol, è il segnale più incoraggiante per un gruppo che sembra aver ritrovato la compattezza perduta. L’obiettivo Europa, che a ottobre sembrava lontano, torna ora un traguardo concreto.
Emozioni e simboli forti all’Olimpico: la Curva Nord ha dedicato una toccante coreografia a Vincenzo Paparelli, con il suo volto illuminato dai telefoni dei tifosi e un silenzio commosso di 35mila persone per ricordare anche Giovanni Galeone. Poi, al fischio d’inizio, la solita contestazione dei quindici minuti contro Lotito, ma alla fine è il campo a parlare. L’urlo di Zaccagni al 91’ cancella i malumori e riaccende la speranza: la Lazio è viva e la Nord lo sa.
