


Una serata sofferta, nervosa, dai due volti quella vissuta all’Olimpico tra Lazio e Parma. Gli emiliani partono fortissimo, colpendo a freddo con Ondrejka dopo soli tre minuti, e replicando immediatamente a inizio ripresa sempre con lo stesso attaccante, autentico mattatore della serata. I biancocelesti, nonostante il predominio territoriale e un possesso palla superiore al 70%, faticano a trovare lucidità sotto porta, sprecano numerose occasioni e vedono anche annullarsi un gol di Gila per fuorigioco. Solo nella parte finale della gara, complice la stanchezza del Parma e i cambi offensivi operati da Baroni, arriva la reazione: Pedro, entrato a partita in corso, firma una doppietta che consente ai capitolini di evitare una sconfitta che sarebbe stata pesantissima, chiudendo il match sul 2-2.
La classifica, tuttavia, racconta una realtà amara per i biancocelesti. Dopo la 34ª giornata di campionato, infatti, la Lazio si ritrova affiancata alla Roma, entrambe ad un solo punto dal Bologna. Un affiancamento doloroso, anche sul piano simbolico, che certifica una stagione complicata e costellata di alti e bassi. Gli uomini di Baroni si trovano adesso costretti a vincere e sperare in qualche passo falso dei giallorossi per rientrare nella corsa europea.
Se alla vigilia del match le dichiarazioni di Isaksen, cariche di entusiasmo e voglia di compiere “qualcosa di straordinario”, avevano acceso le speranze dei tifosi, il campo ha raccontato una storia molto diversa. Ondrejka, freddo e cinico, ha punito le disattenzioni biancocelesti già al terzo minuto di gioco, ripetendo l’impresa appena iniziata la ripresa. In mezzo, tante occasioni sprecate dalla Lazio, tra cui il gol annullato a Gila e una serie di episodi controversi che faranno sicuramente discutere, con più di una decisione arbitrale sfavorevole ai padroni di casa.
Il Parma, forte anche della recente vittoria sulla Juventus, ha saputo imbrigliare la Lazio con un pressing asfissiante e una gestione cinica dei momenti della partita. L’ingresso di Pedro per Boulaye Dia ha portato vivacità nell’attacco biancoceleste, ma la difesa emiliana ha retto fino a quando la stanchezza ha cominciato a farsi sentire. Nemmeno i tentativi di Isaksen e Pedro, parati o finiti a lato, sembravano poter cambiare l’inerzia del match, mentre i cambi di Pellegrino, che ha mandato in campo Hernani e Djuric, cercavano di gestire le forze in campo.
La svolta è arrivata solo con il doppio acuto di Pedro: prima al 79’, con un gol che ha riacceso il PalaOlimpico, poi cinque minuti più tardi, con uno splendido colpo di testa che ha fissato il punteggio sul 2-2. Un assedio finale in cui la Lazio ha reclamato anche un rigore per un presunto tocco di mano in area, non ravvisato dall’arbitro. Nonostante cinque minuti di recupero e il 70% di possesso palla, i biancocelesti non sono riusciti a completare la rimonta.
Resta il rammarico per una partita che, alla vigilia, sembrava alla portata, ma che invece ha messo in luce tutte le fragilità di una Lazio che, al di là dell’orgoglio finale, dovrà ritrovare certezze e convinzione per centrare almeno l’obiettivo europeo, evitando un finale di stagione ancora più amaro.
















