Milano, stadio San Siro, serata di quelle che potrebbero cambiare una stagione. La Roma espugna il tempio nerazzurro con un 1-0 che sa di impresa, grazie a una rete pesantissima di Matias Soulé. Un successo che consacra la sorprendente rincorsa della squadra di Claudio Ranieri, capace di ribaltare ogni pronostico e di trasformare una stagione partita sotto i peggiori auspici in un sogno europeo più che concreto. Dopo diciotto risultati utili consecutivi, la Roma ora può davvero guardare alla zona Champions con ambizione, sostenuta da un gruppo che, pur privo di grandi nomi, si affida a cuore, fantasia e una straordinaria coesione.
Per l’Inter, invece, la sconfitta odierna rappresenta un duro colpo, forse quello decisivo. Terzo passo falso consecutivo dopo il ko di Bologna in campionato e quello subito dal Milan nella semifinale di Coppa Italia, a certificare una crisi di risultati che rischia di compromettere in modo irreversibile la corsa allo scudetto. La squadra di Inzaghi appare improvvisamente fragile, lontana parente di quella macchina perfetta che fino a poche settimane fa dominava la Serie A per qualità e continuità. Il Napoli, atteso questa sera dalla sfida contro il Torino, ha ora tra le mani la possibilità concreta di scavalcare i nerazzurri e prendersi la vetta della classifica, completando un sorpasso che sembrava impensabile a inizio primavera.
La serata di San Siro si tinge di ulteriore preoccupazione per l’Inter a causa dell’infortunio di Benjamin Pavard, costretto a lasciare il campo dopo appena dieci minuti per un problema alla caviglia. A tre giorni dalla delicatissima semifinale di Champions League contro il Barcellona, l’assenza del difensore francese suona come un campanello d’allarme ulteriore, in una fase della stagione in cui ogni errore rischia di diventare fatale. Inzaghi dovrà lavorare non solo sull’aspetto tecnico-tattico, ma soprattutto su quello psicologico, per restituire certezze a una squadra improvvisamente smarrita.
L’ironia del destino ha voluto che fosse proprio la Roma di Ranieri, partenza disastrosa e mille difficoltà, a infliggere il colpo forse più doloroso all’Inter. Una squadra che sembrava destinata a un campionato anonimo e che invece, con il tecnico romano al timone per quella che potrebbe essere la sua ultima grande impresa in carriera, è rinata trovando un’identità precisa. Non c’è solo il talento, incarnato principalmente da Paulo Dybala, in questa Roma operaia e romantica; c’è anche una voglia di riscatto che supera limiti tecnici evidenti e che si traduce in prestazioni solide come quella di questa sera.
La partita di San Siro è stata gestita con intelligenza e maturità dalla Roma. Il vantaggio firmato da Soulé è stato difeso senza affanni, con ordine e compattezza. Sono arrivate anche occasioni per il raddoppio, ma senza mai dare l’impressione di soffrire davvero la pressione di un’Inter incapace di accendere il proprio attacco. Quando l’arbitro ha decretato la fine della gara, è esplosa la festa giallorossa, mentre sulle tribune del Meazza calava il gelo dell’incredulità.
La Roma adesso sogna, l’Inter teme il peggio. E il campionato, ancora una volta, riscrive gerarchie e destini quando sembravano ormai segnati.