Dopo il ko europeo con il Lille, i giallorossi tornano a vincere con carattere a Firenze: ribaltato l’iniziale vantaggio di Kean, decidono Soulé e Cristante. Gasperini ritrova gioco, solidità e la leadership del campionato.
C’è una Roma che sa soffrire, reagire e vincere nei momenti in cui conta davvero. Quella che all’Artemio Franchi, in un pomeriggio vibrante e carico di tensione, ha saputo ribaltare una partita cominciata male, trasformandola in un’affermazione di forza e maturità. Il 2-1 inflitto alla Fiorentina, dopo la delusione europea col Lille, è la risposta che Gasperini e i suoi uomini cercavano: una vittoria in rimonta, pesante per la classifica e per il morale. Firenze resta amara per Pioli, che incassa la terza sconfitta in sei giornate e sente già i fischi di un Franchi impaziente.
Fin dai primi minuti, il match si accende su ritmi intensi. La Fiorentina spinge, alza il baricentro e trova nel nuovo arrivato Moise Kean un riferimento continuo. Al 14’, un fortuito scontro tra Mancini e Cristante libera l’ex juventino davanti a Svilar: destro secco e vantaggio viola. Ma la Roma non crolla. Passano pochi minuti e Soulé, ancora lui, illumina la serata con un sinistro d’autore che brucia De Gea e ristabilisce la parità. È la scintilla che cambia la partita: su corner battuto dallo stesso argentino, Cristante si eleva sopra Mandragora e di testa firma il sorpasso. Da lì in avanti la squadra giallorossa prende fiducia, sfiora il tris con Dovbyk e gestisce il possesso (55% complessivo) con intelligenza. Kean centra un palo clamoroso, Piccoli una traversa nella ripresa, ma il risultato non cambia più: la Roma resiste, soffre e colpisce con la freddezza delle grandi.
Con questo successo, la formazione di Gasperini sale temporaneamente in vetta alla classifica in solitaria, in attesa delle gare di Napoli e Milan. È un segnale forte, quello dei giallorossi: la capacità di reagire dopo una sconfitta europea, di imporsi in trasferta e di mostrare una condizione mentale solida. La squadra sembra aver ormai assorbito il credo tattico del tecnico di Grugliasco, che a Firenze ha saputo leggere la gara con lucidità, inserendo al momento giusto uomini chiave come Pellegrini e Dybala. La Fiorentina, invece, resta ferma a 3 punti, con un inizio di stagione preoccupante: tre pareggi, tre sconfitte e troppi dubbi in entrambe le fasi del gioco.
Il pubblico giallorosso, anche a distanza, può sorridere. Vedere una Roma capace di vincere in rimonta e di imporsi con autorità in uno stadio difficile come il Franchi alimenta entusiasmo e fiducia. Soulé continua a essere la rivelazione del campionato ed ormai sembra non importare quel tiro dal dischetto di giovedì, Cristante conferma il suo peso specifico nelle partite decisive e Dybala, pur senza segnare, offre sprazzi della sua classe.
Statistiche e curiosità raccontano la portata di questo successo. Dopo 13 partite interne consecutive in cui la Fiorentina era sempre andata in gol contro la Roma, i giallorossi tornano a imporsi al Franchi dopo undici anni: l’ultima volta era il 19 aprile 2014, con rete di Nainggolan. Nei 96 precedenti ufficiali a Firenze, la Roma raggiunge la ventesima vittoria, mentre Gasperini interrompe la serie negativa nei confronti di Pioli (ora 9 successi contro 11). I numeri della serata confermano l’equilibrio ma anche la maggiore concretezza giallorossa: 4 calci d’angolo a 3, possesso del 55%, ed un cinismo che pesa come l’oro.
Gian Piero Gasperini ha parlato a Dazn al termine di Fiorentina-Roma, sesta giornata di Serie A.
Tre punti fondamentali, partita interpretata bene. Come valuta la prestazione nel complesso? Forse si poteva chiudere prima?
“Gli spazi erano invitanti, non siamo riusciti a sfruttarli bene. Più che chiudere la partita, c’era un po’ di fatica, abbiamo pensato più a gestirla. Abbiamo rischiato tanto solo nell’occasione di Gosens e nel tiro di Piccoli. Abbiamo controllato abbastanza. Gli episodi sono stati abbastanza casuali, nel secondo tempo non abbiamo prodotto molte ripartenze ma non abbiamo rischiato tantissimo”.
Una battuta: aveva chiesto un calcio d’angolo al posto di un calcio di rigore…
“Hai visto? (ride, ndr) Quella è una nostra risorsa, una qualità. Ma dobbiamo diventare forti anche sui rigori…”.
La Roma va sotto e poi ricomincia a giocare, Dovbyk è in miglioramento, ci sono stati due grandi gol. Con Pellegrini e Dybala volevi smorzare il ritmo?
“In questo momento Dybala e Pellegrini hanno più qualità, hanno prodotto buone situazioni, hanno anche difeso bene la palla e tolto iniziativa alla Fiorentina dopo che ha messo tre attaccanti di statura. Correvamo il rischio di subire a lungo, ma loro sono stati bravi e hanno tolto continuità alla Fiorentina”.
Sull’attacco: Dybala ha fatto la prima punta, il futuro è questo? Per farlo giocare con Soulé?
“No, è un’emergenza, Ferguson aveva un problema alla caviglia. Dybala è rientrato venerdì, ha fatto allenamenti blandi, ma la tecnica non la perde mai, quella partita la fa in qualsiasi ruolo d’attacco. Lui è un giocatore che deve giocare con un attaccante davanti”.
Che effetto le fa vedere la Roma prima in classifica in attesa di Milan e Napoli?
“Siamo molto contenti per la gente, per la squadra, un premio per le loro prestazioni. Sono solo sei partite, qualcuno non ci ha dato ancora credito, giustamente, per stare in quella posizione, ma miglioriamo, anche la qualità del gioco. I ragazzi hanno applicazione, entusiasmo, è un premio per loro, sono felice per loro. Andiamo alla sosta con fiducia, sappiamo bene cosa dobbiamo migliorare”.
L’ambizione è quella di un grande obiettivo?
“No. Non ho detto questo. Il credito che abbiamo non è così alto, probabilmente è giusto che sia così, dobbiamo cercare di crescere e migliorarci”.
