


La 31esima partita di campionato in casa giallorossa si apre con la sfida contro la Juve di Tudor, attualmente quinta in classifica, che raggiunge momentaneamente il Bologna che però ha una partita in meno.
A pesare sulla situazione e sull’umore capitolino c’è la vittoria della Lazio di Baroni, ora sesta in classifica sopra la Roma, in casa dell’Atalanta di Gasperini; un’Atalanta passiva e spenta ma che non lascia il podio nella classifica di serie A (si posiziona al terzo posto). Una giornata mite a Roma a dispetto del meteo atteso. Doveva essere incandescente ma poi si è rivelata fredda ed inutile con la Lazio che ha saputo riprendere due punti su un’Atalanta poco attenta da ormai qualche partita.
La Roma scende in campo mirando a portare a casa la vittoria ottenendo tre punti d’oro ed essenziali in previsione del derby di domenica 13 aprile; la sua parola d’ordine questa sera deve essere: vincere in vista del derby del prossimo weekand, ma la Juve a sua volta parte con grande grinta e tenacia, qualità che fin dai primi minuti mettono in crisi la squadra di casa che, pur rimanendo combattiva, si chiude un po’ in se stessa commettendo errori rivelatesi fatali.
Prima del fischio d’inizio la curva sud omaggia Suor Paola con striscioni tesi sugli spalti “un ricordo a chi a dedicato la propria vita ad aiutare bambini, malati e detenuti…riposa in pace Suor Paola” e l’intero stadio ricorda con applausi e amore l’attore dal cuore giallorosso Antonello Fassari e lo storico magazziniere Timperi.
La partita comincia e fin dai primi minuti alla Roma sembra mancare la precisione sotto porta mentre la Juve tiene stretto il suo possesso palla e si rende pericolosa incutendo timore ai giallorossi in campo e sugli spalti già nei primi 15 minuti di gioco.
Al 24’ minuto la Roma trova la sua prima vera occasione con un “uno contro uno” davanti alla porta avversaria con Cristante ma la palla finisce fuori e, sull’azione di partenza, il numero 4 giallorosso prende il cartellino giallo per un fallo a centro campo.
La Roma recupera un po’ il possesso palla con piccoli passaggi prosegue attaccando ma la Juve non si lascia intimorire e non fa passare i palloni dei ragazzi di casa.
Al 37′ minuto El Shaarawy arriva su un cross all’altezza del dischetto e da qui schiaccia il pallone verso l’angolino di sinistra, Il portiere bianconero si tuffa e devia il pallone sul palo che finisce oltre la linea di bordo campo.
La partita prosegue tra attacchi da parte di entrambe le squadre fino al 40’ minuto in cui la Juve trova il vantaggio con Locatelli che prende palla sul limite e decide senza troppe esitazioni di concludere in porta; il suo tiro è davvero impeccabile e termina in rete spegnendo gli animi dei tifosi giallorossi.
Le squadre scendono negli spogliatoi per i 15 minuti di intervallo con la Juve in vantaggio e la Roma un po’ amareggiata che però, al suo rientro in campo, non si lascia abbattere dal vantaggio bianconero e continua a testa alta il suo match.
Al 46’ minuto entra in campo il poi decisivo Shomurodov al posto di Hummels che dopo soli 3 minuti (al 49’ minuto) trova lo spazio in area di rigore e da lì lancia una palla imparabile che regala alla Roma il vantaggio e ai tifosi grande gioia.
I 65.778 tifosi giallorossi sembravano aver perso l’entusiasmo che li ha sempre contraddistinti, meno cori e festeggiamenti sugli spalti che, però, esplodono e si rianimano a seguito del goal straordinario di Shomurodov.
Senza altre grandi emozioni il match si protrae sull’1-1 con la Juve che gioca a testa alta mantenendo il suo possesso palla e con la squadra di Ranieri che non si perde d’animo; negli ultimi minuti fu gioco la Roma si rende più pericolosa e cerca, invano, il vantaggio regalando fino all’ultimo speranza ai tifosi di casa. Arriva il fischio finale che chiede il match Roma-Juve sull’1-1.
“Daje Roma facci un goal” è questo il coro che risuona maggiormente questa sera all’Olimpico tra i tifosi di casa che non demordono e sostengono in ogni momento la squadra capitolina, tifosi che però questa sera lasciano lo stadio poco soddisfatti e con l’amaro in bocca: una partita tosta e difficile, affrontata con una formazione particolare e discutibile anche sotto il punto di vista dei cambi effettuati da Ranieri probabilmente in vista del derby.
La Roma finisce così al settimo posto in classifica con 53 punti, solo di due sotto la Lazio e, avvolta dall’amore dei suoi tifosi, lascia il campo di casa volgendo già la testa e le forze alla partita più sentita dell’intero campionato: il derby, questa volta in casa bianco azzurra.
Claudio Ranieri ai microfoni DAZN
(La domanda è di Buffon, talent di DAZN) Dando per scontato che lei ama la Roma come nessun altro o pochi altri a Roma, io mi chiedo perché debba fare un passo indietro se i risultati che lui ottiene sono questi.
“Io ho smesso l’anno scorso. Poi c’erano delle squadre che mi avevano richiesto e ho detto che solo per la Roma e per il Cagliari sarei potuto ritornare in pista e pregavo Dio di non andare, perché significava che queste due squadre stavano attraversando dei brutti momenti.
Quando purtroppo è andato via Daniele (De Rossi, ndr), mi sono detto: “Beh, meno male, hanno preso Juric, io sto tranquillo”. Perché si deve anche vivere a una certa età. Sono più di 35 anni che sto girando il mondo e non conosco il mondo, per cui prima di morire voglio vedere un po’ cosa c’è oltre il calcio. Credo che questa sia una cosa doverosa. Tu sei arrivato fino ai 40, 41 e poi giocando contro di me ti ho fatto smettere, e mi sembra giusto. Adesso è giusto che io dica stop. Big Ben ha detto stop (il mister ride, ndr)”.
Vi aspettavate una Juventus così nei primi 20 minuti?
“Sì, ce l’aspettavamo. Sapevamo che Tudor avrebbe portato la sua mentalità, la sua determinazione, la sua grinta. Sapevamo che avrebbero giocato sempre in avanti, in verticale. Non ci hanno sorpreso. Sono stati bravi perché – ve lo dico adesso – la Juventus è una grande squadra e lotterà per il quarto posto. Se c’è da fare una scommessa, c’è da scommettere – non l’ho mai fatto in vita mia – che questa squadra arriverà nei primi quattro posti.
Il calcio è così: nel momento in cui noi ci siamo messi bene, abbiamo cominciato a tirar fuori la testa, nel momento migliore nostro, loro hanno fatto gol. C’era stata prima una gran parata di Svilar sul colpo di testa di Nico Gonzalez, poi una bella incursione nostra con Dovbik e Cristante e loro sono riusciti a deviare proprio all’ultimo, sulla botta a colpo di sicuro di Bryan. È stato bello che subito a inizio secondo tempo abbiamo pareggiato e poi ci siamo assestati. Quando si capisce che non puoi vincere, l’importante è non perdere. Per cui rischi il giusto ma non più di tanto”.
Quanto è importante per la Roma continuare questa striscia positiva, anche in partite così complicate?
“È importantissimo. Ho detto ai ragazzi che inizia il rettilineo finale. Ci poteva stare oggi una falsa partenza, cioè una sconfitta, come ci poteva essere invece un lancio bellissimo, ossia la vittoria. Siamo partiti. Siamo partiti non a rilento, contro una grande squadra.
Adesso arriva il Derby. Sappiamo che è una partita bellissima, immensa, che si commenta soltanto dopo, sperando che si faccia bene, sperando che tutti i tifosi si possano divertire e che ci sia tanta tecnica in campo”.























