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Roma sprecona, colpita e affondata: Pavlovic castiga dopo 70 minuti di dominio. Dybala sbaglia e si fa male

foto esterna: AS Roma

Una partita dominata, un rigore fallito e la beffa finale: la Roma di Gasperini perde a San Siro e consegna al Napoli la vetta solitaria della classifica

Settantacinque minuti di calcio totale, un copione quasi perfetto scritto con il cuore e cancellato dalla crudele logica del risultato. La Roma domina, crea, spreca e poi si punisce da sola: Pavlovic trasforma in oro l’unico vero affondo rossonero, mentre Dybala, simbolo di una serata stregata, sbaglia il rigore del pareggio e si fa male. È la fotografia di una sconfitta che brucia come poche, perché matura dopo la migliore prestazione stagionale e lascia in dote non solo rimpianti, ma anche la testa della classifica.

La Roma di Gasperini ha messo sotto il Milan per oltre un’ora, producendo un’infinità di occasioni – almeno cinque nitidissime nel primo tempo – ma senza trovare la via del gol. Dopo appena 50 secondi Cristante sbaglia da posizione invitante, poi tocca a Dybala, Soulé, El Aynaoui, Ndicka: una giostra di tiri, spunti e palloni sfiorati che avrebbero meritato miglior sorte. Il Milan trema, Maignan si esalta, e quando sembra che la Roma possa colpire in ogni momento, arriva la doccia fredda: Leao parte in campo aperto e serve Pavlovic, che sigla lo 0-1 al 39’. Un colpo che taglia il fiato a una squadra fino a quel momento perfetta tatticamente.

Nella ripresa, i rossoneri provano a chiuderla, ma Svilar tiene in vita i suoi con tre parate da applausi. Gasperini rimescola le carte con Pellegrini e Bailey e la Roma riprende campo, sfiora il pari, ma il destino è già scritto: all’80’ Dybala ha il pallone del pareggio dal dischetto, ma calcia male e si infortuna. L’ultima beffa di una notte da incubo, con il Milan che controlla e porta a casa tre punti pesantissimi.

La sconfitta costa carissima. La Roma scivola dal primo al terzo posto, raggiunta da Milan e Inter a quota 21, mentre il Napoli vola in testa solitario con 22 punti dopo il successo del pomeriggio. È una battuta d’arresto che pesa più del risultato: non per la prestazione, autorevole e brillante, ma per il contraccolpo psicologico che rischia di influire sulla corsa al titolo. Gasperini ha costruito un gioco dominante, ma senza gol non c’è vetta che tenga.

Ai quattromila romanisti arrivati fino a San Siro resta l’orgoglio di una prestazione da grande squadra. Applausi per il coraggio, la personalità e la fame con cui la Roma ha interpretato la partita, ma anche la consapevolezza che per vincere servono concretezza e cattiveria sotto porta. L’ovazione finale dei tifosi giallorossi è la prova di un legame che va oltre il risultato: la Roma c’è, anche quando il tabellone dice il contrario.

Gli expected goals dicono tutto: 2.04 per la Roma, 0.78 per il Milan. Eppure a segnare è stata solo la squadra di Pioli. È la prima volta in stagione che la Roma chiude senza gol dopo aver creato più di dieci occasioni nitide. Dybala, dopo otto rigori consecutivi trasformati, sbaglia dal dischetto e si ferma per un problema muscolare: le sue condizioni saranno valutate nelle prossime ore. Pavlovic, invece, segna il suo primo gol in Serie A, proprio nella notte più difficile per i giallorossi.

Le parole di Gian Piero Gasperini a DAZN dopo la trasferta con il Milan:

Cosa non è andato oggi negli ultimi 25-30 metri?

“Faccio fatica a voler cercare qualcosa che non è andato. Meglio vedere cosa è andato, credo tante cose. Questa è la strada che vogliamo percorrere. Quando esci da questo tipo di partite, sei molto rammaricato per il risultato, ma sei anche fiducioso per la prestazione”.

L’assetto degli ultimi 20 metri è quello che ti fa ragionare?

“Il salto di qualità lo abbiamo fatto se non nelle conclusioni. Abbiamo giocato un primo tempo con personalità, costruito molto, abbiamo sofferto dopo aver subito il gol, ma poi siamo ripartiti bene. Faccio fatica a trovare delle indicazioni negative, siamo molto dispiaciuti per il risultato. Si sbagliano i rigori, ci sta, durante la partita ci sono varie partite e noi l’abbiamo interpretate tutte benissimo”.

Come sta Dybala?

“Al di là del rigore sbagliato, che ovviamente pesa, pesa ancora di più l’infortunio che ha avuto in quella circostanza. Dispiace perché Dybala stava facendo una serie di partite da grande giocatore quale è ed è un peccato che si sia fermato. Probabilmente tornerà dopo la sosta”.

Il bicchiere è mezzo pieno?

“Sì, poi in queste partite che abbiamo perso dobbiamo sicuramente alzare alcune cose determinanti, ma la squadra c’è, sta bene in campo. Abbiamo sbagliato 4 rigori su 5, sono tanti, ci hanno tolto in campionato e in Europa, alcune squadre dopo lunghi arrembaggi finali riescono a risolvere con un episodio: a noi manca questo, manca il fatto di girare a nostro favore gli episodi”.

Un suo ricordo di Galeone con il quale ha condiviso stagioni da calciatore?

“L’insegnamento più bello, ci pensavo oggi, è di una partita a Pisa. Io nel finale della partita ho fatto 3-4 retropassaggi al portiere e lui mi ha detto: noi non ricorriamo a questi mezzucci, noi giochiamo fino alla fine. Questo è stato un vero insegnamento. Ed è quello che ricordo meglio”.