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Scintille a San Siro: decisivo il brillante Soulé

foto esterna: AS Roma

Allo stadio San Siro, scaldato dai raggi del sole che spuntano tra le nuvole, si apre la 34 giornata di campionato che vede come protagoniste le squadre di Simone Inzaghi e Claudio Ranieri.

La Roma arriva a Milano carica e grintosa, con alle spalle grandi risultati che la vedono momentaneamente al settimo posto in classifica, ma i giallorossi ambiscono a salire di posto per per raggiungere la qualificazione in Europa League; l’Inter a sua volta tenta di rialzarsi con tenacia a seguito di due sconfitte pesanti con la testa che punta solo alla vittoria e a riconquistare il primo posto nella classifica di serie A (al momento a pari punti con il Napoli capolista).

Prima del fischio d’inizio, l’intero stadio tace per un minuto per la morte di Papa Francesco e i giocatori giocheranno con la fascia di lutto al braccio.

La partita comincia e tutte e due le squadre si pongono combattive in campo, la palla vola da una metà campo all’altra incutendo spaventi da entrambe le parti. L’Inter combatte senza sosta e solo dopo 6 minuti dall’inizio del match Frattesi trova la rete spiazzando Svilar, ma il guardalinee alza la bandierina e il goal viene annullato per fuorigioco.

In sua risposta la Roma, che non si abbate di fronte agli attacchi nerazzurri, al 21 minuto trova il vantaggio grazie a Soulé, un goal degno di nota con la palla che finisce in rete all’angolo in basso a sinistra: Soulé totalizza così il suo quinto goal e porta in alto la sua stagione con la maglia giallorossa regalando gioia ai tifosi a casa poiché ai giallorossi, a seguito del derby, come ai biancazzurri sono state negate le trasferte fino a fine stagione.

Al 26 minuto la Roma ci riprova con Pellegrini che gioca un ottimo pallone verso Cristante che però gioca male la palla e mandandola alta, ma i giallorossi non si pongono freni e spaventano ancora Sommer al 27 con un tiro di Shomurodov che però porta a nulla di fatto e la palla finisce in calcio d’angolo. Due grandi occasioni per la Roma svanite in pochi secondi, una Roma che però prosegue il match con forza, testa, gioco di squadra e bramosa di vittoria.

I primi 45 minuti di gioco finiscono con il dominino di punteggio giallorosso (0-1) ma l’Inter rientra in campo per il secondo tempo ancora più lanciato.

La squadra di Ranieri si spegne un po’ nella seconda parte della partita e l’Inter ne approfitta per mantenere altro il suo possesso palla, ma a creare più occasioni utili e spiazzanti è la Roma che gioca un’ottima partita grazie a Ndicka, Soule, Angelino e Svilar fino all’ultimo secondo, anche in un finale più acceso con un’Inter che ci prova maggiormente.

Un match con pochi colpi di scena ma che lascia i tifosi giallorossi e quelli nerazzurri ed entrambe le panchine con il fiato sospeso fino al fischio finale; gli animi in festa dei giallorossi scaldano anche a distanza i ragazzi di Ranieri che festeggiano per l’importantissima vittoria sul prato del San Siro (la Roma non vinceva a Milano contro l’inter dal 2016) accanto ai ragazzi di Inzaghi distrutti per la terza sconfitta consecutiva dopo quelle con Bologna e Milan.

La Roma dimostra anche stavolta carattere, vitalità, un ottimo gioco di squadra e voglia di fare sempre meglio, tutte qualità che la squadra capitolina sembra ormai aver ritrovato con l’arrivo del mitico Ranieri che ha portato con sé a Trigoria serenità, familiarità e tenacia.

I giallorossi ottengono così 3 punti fondamentali sia per il suo percorso europeo sia per la classifica di campionato (ora al quinto posto con 60 punti a pari merito con il Bologna di Italiano che però devie ancora giocare contro l’Udinese a Udine) totalizzando così ben 18 partite consecutive con risultati utili.
L’Inter, invece, si trova davanti alla terza sconfitta consecutiva, terza partita in cui non trova reti ed esce dal campo a testa bassa.

La vittoria di questo pomeriggio segna per la squadra capitolina un ulteriore salto di qualità, questa volta a San Siro contro una big dei posti aliti in classifica.

L’unica cosa mancata alla squadra di Ranieri è proprio il supporto, la carica e la spinta dei suoi unici tifosi bloccati nella capitale che molto probabilmente avrebbero fomentato i giocatori spingendoli anche al secondo goal della partita.

Un’ottima prestazione quella dei giallorossi che ora volgono testa alla partita del 4 maggio che giocheranno in casa, con i loro tifosi, contro la Fiorentina di Palladino ottava in classifica con 58 punti.

Dopo la vittoria della Roma a Milano, Claudio Ranieri è stato intervistato da DAZN.

La scelta di Soulé è tutta di Claudio Ranieri e gli ha fatto vincere la partita, perché sull’uno contro uno la Roma ha costruito il vantaggio. 

“Questa vittoria la dedichiamo ai nostri tifosi, non sono potuti venire e ci tenevamo tantissimo a farli sentire orgogliosi di noi con una prova come questa. Volevamo vincere: siamo venuti qui con la voglia e la determinazione di vincere. Poi ho detto: se gli episodi ci condannano, andiamo via sempre a testa alta, ma dobbiamo giocarcela alla pari, stiamo bene fisicamente, perché non osare? 

Io credo che la prima mezz’ora sia stata veramente molto bella, poi dopo naturalmente giocavamo contro l’Inter, non contro una squadra di un’altra categoria: sono bravi, hanno preso le misure e noi siamo stati molto diligenti a cercare di chiudere tutte le opportunità che loro cercavano di costruire”.

A me è piaciuto tantissimo il modo con cui hai evitato che l’Inter giocasse il suo calcio quasi con quattro giocatori, Pellegrini, Dovbyk, Shomurodov e Cristante, e con Kone che faceva una specie di libero di centrocampo. Io l’avevo visto giocare così con la Francia e mi era piaciuto tantissimo. E poi la mossa di Soulé. Ecco, se ci racconti un po’ queste due mosse che secondo me hanno indirizzato la partita.

“Ma questa l’avevamo fatta anche a Udine, giocando in questa maniera. Non c’era Soulé, c’era Rensch, e l’avevamo fatto molto bene. Per questo, gli ho rifatto vedere la partita che avevamo giocato a Udine e ho detto ai giocatori che dovevamo ripercorrere questa partita, naturalmente provando e riprovando. E i ragazzi hanno fatto molto bene”. 

Forse è stata l’ultima volta qui a San Siro, deve essere stata un’emozione.. 

“Guardate, io sono veramente contento per i tifosi e per i giocatori, per il sacrificio che fanno. Non era facile, non avevamo mai vinto contro una grande, siamo venuti qui a vincere contro una squadra che sappiamo quello che è. Per cui siamo veramente contenti. 

Ma adesso dobbiamo continuare. Arriva la Fiorentina e penseremo alla Fiorentina, perché è una buona squadra che sta anche lei in un buon momento”.

Vincere per 1-0 significa avere anche una grande capacità di controllo delle partite, di gestione dei nervi e la Roma oggi ha rischiato pochissimo da questo punto di vista. Le chiedo se il piccolo margine di miglioramento in una partita come questa è stata una certa mancanza di freddezza, perché la Roma di occasioni per chiuderla prima ne ha avute tante, anche perché l’Inter inevitabilmente doveva buttarsi in avanti a caccia del pari.  

“Sì, soprattutto nel primo tempo, l’ho detto: in quella mezz’ora abbiamo fatto veramente bene, peccato. Ne abbiamo fatte diverse di partite 1-0 sbagliando molti gol, ma l’importante è aver sempre conquistato i tre punti”. 

Ghisolfi nel prepartita ci ha detto: “Noi adesso ci godiamo Ranieri fino all’ultima giornata da allenatore”. Lei quanto se la sta godendo, visto che mancano poche giornate? 

“Beh io adesso già sto pensando alla Fiorentina onestamente, per cui me la godrò quando i giochi saranno finiti. Io quello che voglio è il bene dei tifosi, della Società, dei giocatori. Per noi, per me, è importante questo”. 

Percentuali di ripensamento sempre 0%? 

“(Il mister sorride, ndr) Ho già riconsegnato il tesserino a Coverciano”. 

Però se finisci così bene, poi ti mancherà la panchina.

“(Ranieri risponde con una battuta, ndr) Sì, lo so, andrò ai giardinetti”.

Posso chiederle che emozioni ha vissuto nella settimana dei funerali del Papa?

“Naturalmente mi sono commosso quando siamo andati proprio lì, a due metri dalla salma del Santo Padre, e anche oggi durante quel minuto di raccoglimento. Sono momenti intensi per un uomo che ha cercato di fare il bene della Chiesa, ma soprattutto il bene degli ultimi. E questa è la cosa più importante per un uomo di chiesa, che ha dato un esempio importante. Spero che venga seguito, perché se no sarà stato tutto inutile”.