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Roma sport: il viaggio epico della AS Roma 2024-2025, tra cadute e rinascite

Paulo Dybala

Nel grande romanzo del calcio italiano, la stagione 2024-2025 della AS Roma è una di quelle che lasciano un segno profondo nella memoria collettiva dei tifosi e nel cuore pulsante dello sport a Roma. È la 96ª stagione in Serie A e la 73ª consecutiva nella massima serie, ma più che numeri è stata una stagione di svolte, drammi sportivi, rivoluzioni tecniche e colpi di scena che sembravano usciti da una sceneggiatura cinematografica.

Il sipario si alza su una campagna acquisti ambiziosa e senza precedenti: oltre 100 milioni investiti per rinforzare la rosa. Da Enzo Le Fée a centrocampo, a Artem Dovbyk in attacco, passando per il portiere Mathew Ryan, il promettente Samuel Dahl, l’esterno saudita Saud Abdulhamid, il gioiellino ex Juve Matías Soulé, il dinamico Koné e i difensori esperti Mario Hermoso e Mats Hummels arrivati a parametro zero. Un progetto chiaro, quello della società, per riconquistare l’Europa che conta.

A dare il via a questa nuova era è la conferma di Daniele De Rossi, idolo indiscusso della tifoseria, rinnovato fino al 2027. Ma il campo, impietoso, racconta tutt’altra storia. La Roma parte male, malissimo: sconfitta all’Olimpico con l’Empoli, tre pareggi contro Cagliari, Juventus e Genoa. Il 18 settembre, la società prende una decisione dolorosa ma inevitabile: esonerato De Rossi, al suo posto arriva Ivan Jurić.

Il tecnico croato, però, non riesce a invertire la rotta. Anzi, la squadra affonda ancora: solo quattro vittorie in dodici gare, tra cui un pesantissimo 5-1 subito a Firenze, e una caduta disarmante contro l’Elfsborg in Europa. Il malcontento della piazza esplode, l’Olimpico diventa un’arena di contestazione. Il 10 novembre, dopo l’ennesima sconfitta col Bologna, anche Jurić viene sollevato dall’incarico.

E quando tutto sembra sul punto di crollare, la Roma si affida al suo ultimo grande custode: Claudio Ranieri, richiamato per la terza volta in panchina. È un ritorno che sa di speranza e orgoglio. L’inizio, però, è durissimo: due sconfitte contro Napoli e Atalanta, entrambe in piena corsa scudetto. Ma poi, la scintilla: 5-0 al Parma, una Roma trasformata, che ritrova anima e gioco. Non mancano inciampi (Como), ma arriva anche la qualificazione in Coppa Italia superando la Sampdoria. Poi l’impresa: imbattuta contro Milan, Lazio e Bologna, con un derby dominato e vinto. Due derby vinti nello stesso anno solare: non accadeva dal 2016.

La Roma, finalmente, comincia a scalare la classifica. Batte il Genoa 3-1, espugna Udine 1-2 con la prima vittoria esterna della stagione, e tiene duro in Europa. Nonostante la sconfitta contro l’AZ Alkmaar, i giallorossi superano l’Eintracht Francoforte (2-0) e volano ai playoff. Qui, dopo il pareggio all’andata contro il Porto (1-1), un super Dybala firma una doppietta nel ritorno (3-2): agli ottavi c’è l’Atlético Bilbao.

Anche in Serie A i risultati premiano il lavoro silenzioso e profondo di Ranieri: successi esterni contro Venezia e Parma, e poi un trittico magico: Monza (4-0), Como (2-1) e Empoli (0-1), con Soulé autore del gol più veloce del campionato. In Europa, la Roma batte il Bilbao all’andata (2-1), ma al ritorno cade per 3-1, complice l’espulsione prematura di Hummels, mai più rientrato a pieno titolo in gioco della Roma fino a fine campionato.

La Roma, però, non si arrende. Batte Cagliari e Lecce 1-0, centrando sette vittorie di fila in campionato: un’impresa che mancava dal 2016. L’infortunio di Paulo Dybala è un colpo durissimo, ma la squadra regge: pareggia con Juventus e Lazio, batte il Verona 1-0, e centra due colpi memorabili contro Inter a San Siro e Fiorentina all’Olimpico. Solo l’Atalanta riesce a frenare la corsa (2-1), ma la risposta è da big: 3-1 al Milan, e all’ultima giornata un convincente 2-0 al Torino.

Il destino, però, non premia fino in fondo. Nonostante il cuore, il carattere e una rincorsa epica, la Roma chiude quinta, fuori dalla Champions per un solo punto, complice la vittoria della Juventus sul Venezia.

Ma quello che resta è una stagione di sport e orgoglio, di cadute e resurrezioni, di una città, Roma, che ha ritrovato nella sua squadra un simbolo di resilienza. Il connubio perfetto tra passione e progetto, tra identità e ambizione.

Nel cuore dello sport romano, la Roma non ha solo scritto una pagina del suo campionato. Ha firmato una dichiarazione d’amore verso una città che non smette mai di credere. Anche quando tutto sembra perduto. Anche quando la vetta è lontana. Perché a Roma, lo sport è lotta, fede, e infinito ritorno.