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“Te ce sai mette coi più piccoli…”: scintille, rabbia e vergogna dopo Fiorentina-Roma Primavera

Niccolò Zaniolo

foto: Andrea Staccioli/INSIDEFOTO

«Te ce sai mette coi più piccoli…», si mormorava a bassa voce tra i corridoi del Viola Park. Una locuzione romana che oggi, più che mai, sembra calzare a pennello su quanto, pare, sia accaduto nei minuti successivi alla semifinale del campionato Primavera tra Fiorentina e Roma, conclusasi con la vittoria dei viola per 2-1. Un finale di partita che avrebbe dovuto raccontare solo calcio giovanile e promesse del futuro, si è trasformato invece in uno scenario da dimenticare, oscurato da intemperanze inaccettabili, protagonisti adulti e gesti difficili da spiegare, tanto più se commessi da chi in campo nemmeno ci doveva essere e che dovrebbe essere un professionista acclamato dal pubblico.

Da quanto è stato riferito da fonti presenti sul posto, al triplice fischio, il clima si sarebbe subito fatto pesante. Insulti tra i giovani giallorossi e i tifosi di casa, tensione che sale fino a sfociare in un parapiglia. Ma è dietro le quinte, lì dove le telecamere si fermano e le urla rimbombano tra i muri spogli e docce giocciolanti, che si sarebbe consumato l’episodio più grave.

Secondo alcune ricostruzioni, Nicolò Zaniolo, ex attaccante della Roma oggi lontano dai campi di Trigoria, avrebbe fatto irruzione nello spogliatoio dei baby giallorossi. Il motivo? Non è chiaro. C’è chi parla di provocazioni gratuite, chi di insulti ricevuti e chi sostiene che volesse semplicemente “salutare” i suoi ex compagni di club. Fatto sta che, da quanto trapela, le sue parole sarebbero state tutt’altro che concilianti e, nel volgere di pochi istanti, sarebbe partito un pugno. Il bersaglio, si mormora, sarebbe stato un calciatore della Primavera romanista, forse il giovane Almaviva, ma le identità non sono confermate. Ciò che resta sono le urla, le corse dei dirigenti, la confusione più totale.

Le testimonianze non mancano. L’inviata di Sportitalia, presente a bordo campo, ha dichiarato in diretta di aver udito grida provenienti dal tunnel, descrivendo la scena come qualcosa “mai visto in dieci anni di Primavera”. Dichiarazioni forti, che danno il senso della gravità del momento, ma che non chiariscono del tutto la dinamica.

Il tecnico della Fiorentina Primavera, Daniele Galloppa, ha preferito tenersi fuori dalla mischia: “Ho visto una rissa lì dentro, ma non ci ho capito nulla. Ho tenuto la mia squadra lontana per non farli rischiare. Sembrava una questione tra ragazzi”. Parole che pesano, senza dubbio, ma che non danno una reale percezione di quanto avvenuto,

Quel che è certo, l’unico fatto confermato dai comunicati ufficiali, è che l’AS Roma ha preso le distanze con forza dall’accaduto. In una nota diffusa poche ore dopo, il club ha parlato di “comportamento provocatorio” da parte di Zaniolo e di un’aggressione fisica ai danni di due giovani tesserati. “La Roma condanna con fermezza ogni forma di comportamento aggressivo o non conforme ai valori dello sport”, si legge nel comunicato.

La Fiorentina, dal canto suo, ha pubblicato una dichiarazione dell’attaccante, che ha offerto una versione decisamente più mite dei fatti: “Sono sceso per fare i complimenti, ma mi hanno insultato. Per evitare problemi, me ne sono andato”. Una difesa che lascia spazio a più di un dubbio, specialmente alla luce delle numerose testimonianze discordanti.

Resta una scena difficile da spiegare, tanto più perché consumata nel contesto di una semifinale giovanile. Se da un lato si celebra la crescita del calcio Primavera, dall’altro si è costretti a raccontare episodi che nulla hanno a che vedere con lo sport. Zaniolo, già noto per episodi di nervosismo fuori misura, si ritrova al centro di un’altra bufera che, se confermata nelle sue peggiori versioni, segnerà un’ulteriore macchia su una carriera che fatica a scrollarsi di dosso la nomea dell’irrequieto.

Ora si attendono eventuali provvedimenti, sanzioni, prese di posizione. Ma ciò che resta, tra le mura di quello spogliatoio e nelle menti dei ragazzi coinvolti, è una lezione amara: chi ha più esperienza, chi ha più visibilità, chi dovrebbe essere esempio, ha il dovere, sempre, di dare il buon esempio. E non di “mettersela coi più piccoli”.