Il Foro Italico ha il suo nuovo re, e si chiama Carlos Alcaraz. Il ventunenne murciano, in questa domenica di sole e tensione, ha trionfato nella finale maschile degli Internazionali BNL d’Italia superando Jannik Sinner con il punteggio di 7-6(5), 6-1, in una partita che ha detto molto più di quanto i numeri raccontino. È il primo titolo romano per Alcaraz, il settimo Masters 1000 in carriera, l’undicesimo “Grande Titolo” secondo la definizione ATP. Ma soprattutto, è il sigillo di un talento che continua a costruire un’epoca.
Eppure il Foro Italico, per quasi un’ora, aveva sognato un epilogo diverso. Sinner, tornato alle competizioni dopo tre mesi di stop, ha accarezzato il sogno più grande. Non vince, è vero. Ma ritrova il campo, la lotta, il pubblico. Roma lo ha amato visceralmente per tutto il torneo e non ha smesso nemmeno nel momento più duro, quando Alcaraz ha preso il largo. Perché Jannik non ha vinto, ma non ha perso: ha solo rimandato un appuntamento con la storia che appare più vicino che mai.
Il primo set è una battaglia silenziosa e vibrante. I due iniziano contratti, i colpi sono misurati, il pubblico sospeso. Sinner imposta una partita aggressiva, prova a sfidare il rovescio di Alcaraz e a togliergli il tempo. L’azzurro regge, annulla l’unica palla break con coraggio e costruisce due set point sul 6-5. Li sciupa, forse per l’emozione, forse per quella ruggine invisibile che nemmeno i colpi perfetti possono nascondere del tutto. Il tie-break premia Alcaraz, più lucido, più continuo, più brillante nei momenti chiave.
Nel secondo parziale la partita prende una direzione netta. Sinner si spegne, Alcaraz accelera. Prende il centro del campo, sposta l’azzurro, impone il proprio ritmo. È tennis totale, è dominio tecnico e mentale. Sinner resiste come può, evita il bagel e annulla due match point, ma alla terza occasione Alcaraz chiude con una volée da campione. Braccia al cielo, sorriso largo, occhi che brillano. È lui il nuovo campione di Roma.
“Sono davvero felice di aver conquistato il mio primo titolo qui, spero non sia l’ultimo” ha detto Alcaraz, con fair play e riconoscenza. “Voglio fare i complimenti a Jannik, so quanto sia stato difficile per lui tornare a questo livello dopo l’infortunio. È pazzesco quello che ha fatto in questi giorni”.
A Jannik resta l’abbraccio di una città intera. L’ovazione del Centrale quando ha lasciato il campo non era di commiserazione, ma di orgoglio e amore. Roma lo ha scelto, e lui ha scelto Roma. La sconfitta pesa, certo, ma il cammino fatto da questo ragazzo di ventidue anni, già numero uno del mondo, è un percorso che si nutre di tappe così. Non solo trionfi, ma anche ostacoli, salite, rallentamenti.
Per Sinner è la prima sconfitta in due set dopo le Nitto ATP Finals contro Djokovic, il primo ko dopo Pechino, sempre contro Alcaraz. Ma il ritorno, al suo primo torneo dopo l’infortunio, è stato più di una prova: è stato un messaggio. Il suo livello è lì, con i migliori. E se Roma oggi ha incoronato Carlos, ha anche giurato fedeltà a Jannik.
Il Foro ha un nuovo campione, ma il suo eroe resta lo stesso. Il tennis è uno sport crudele e meraviglioso: oggi, a vincere è stato Alcaraz. Ma a commuovere, è stato Sinner.