Al Foro Italico risuona l’inno della nuova Italia del tennis. In una serata che ha i contorni dell’epopea sportiva, Jannik Sinner firma la sua miglior prestazione in carriera su terra battuta e centra la prima semifinale agli Internazionali BNL d’Italia, schiantando Casper Ruud con un’autorità che impressiona per precisione, intensità e freddezza. Un 6-2 6-3 che ha lasciato attonito il Centrale e rilanciato il numero uno del mondo nel cuore di una nazione tennisticamente rinata.
Il dato che rimbalza ovunque è quello di una valutazione tecnica di 9.62 su 10, il punteggio più alto dell’intera stagione secondo l’analisi di performance ufficiale ATP. Ma più delle cifre, sono le parole di Jannik a fotografare il momento, e a restituire il ritratto maturo, solido e autentico di un atleta che sta scrivendo la storia, senza mai dimenticare da dove arriva.
“Siamo molto fortunati ad essere italiani – ha detto in conferenza stampa – Giocare in Italia è speciale. Jas (Paolini) è in finale, Lorenzo (Musetti) è in semifinale. Non è ancora finita. Siamo un gruppo ed è bello, ma ognuno pensa a fare il massimo. E io oggi sono molto contento di come ho giocato”.
Contro Ruud, uno dei terraioli più completi e costanti del circuito, Sinner ha offerto una prova totale, perfetta nei tempi, negli appoggi, nei colpi d’inizio gioco. Servizio incisivo, risposta letale, prime accelerazioni brucianti: tutto ha funzionato alla perfezione. Ma, come spesso accade con Jannik, è nel dopo partita che emerge la vera profondità del suo approccio.
“Oggi onestamente no, non credo ci fosse qualcosa da migliorare – ha ammesso – Ho servito in una buona percentuale, ho risposto bene, i primi colpi erano aggressivi, sono riuscito a fare il mio gioco. L’ultima volta che l’ho affrontato, a Torino, avevo giocato bene. Ho cercato di riproporre quella tattica, sapendo però che avrebbe provato a cambiare. Ha sbagliato qualcosa e non è più riuscito a rientrare in partita”.
A chi gli chiede se questa prestazione sia figlia della frustrazione accumulata durante gli ultimi tre mesi, tra infortuni e rinunce, Sinner risponde con la consueta lucidità:
“Non so se c’entra la frustrazione. Sono qui per capire me stesso, per vedere di cosa sono capace. Abbiamo lavorato tanto, i risultati arrivano. Ma adesso non sto attento al risultato: sono contento di essere in semifinale al primo torneo dopo il rientro. Ci avrei messo la firma. Ora conta portare a Parigi delle buone sensazioni”.
Concentrato, sereno, determinato. Sinner affronta il momento con la maturità di un veterano, pur avendo appena 22 anni. E trova anche il tempo per sottolineare il valore del gruppo azzurro, il momento straordinario del tennis italiano. E quando gli si chiede delle affinità con Jasmine Paolini, protagonista di un percorso simile in campo femminile, Jannik risponde con ammirazione sincera:
“Lei è una ragazza cui piace davvero giocare a tennis, e non è una banalità. È sempre allegra, le piace il Centrale pieno. Ha fatto scelte difficili nella carriera, ha una bella personalità. Merita tutto quello che sta facendo. Sono contento per lei, per Lorenzo. È bello far parte di questo gruppo”.
Il trionfo contro Ruud è stato anche un tributo al pubblico, che lo ha sostenuto dall’inizio alla fine. “Grazie al pubblico, davvero – ha detto Sinner sul campo – Giocare qui è speciale”. Poi, in conferenza, ha chiuso ogni riflessione con la consapevolezza che ogni giornata può cambiare tutto, ma ogni giornata va affrontata con il giusto spirito.