#In evidenza sito #Sport #Tennis #Internazionali BNL d'Italia 2025

Sinner al Foro: “Sono solo un ragazzo di 23 anni. Bravo con la racchetta, ma non cambio il mondo”

Jannik Sinner of Italy during a press conference at the Internazionali BNL d'Italia 2025 tennis tournament at Foro Italico in Rome, Italy on 5 5, 2024. Jannik Sinner's disqualification ended yesterday, 4 May. The Italian tennis player served his three-month court ban imposed by the World Anti Doping Agency (Wada) for his partial responsibility for his staff's negligent behaviour in the use of Clostebol a healing ointment used by his masseur.

foto: Antonietta Baldassarre/INSIDEFOTO

l ritorno alla normalità è la vera vittoria. Jannik Sinner si ripresenta a Roma con un sorriso semplice e una voce pacata. Nessun proclama, nessuna forzatura. Solo la verità di un ragazzo che ha imparato a conoscersi, dentro e fuori dal campo. Il numero 1 del mondo torna agli Internazionali d’Italia, ma non vuole cambiare nulla: solo ricominciare da sé.

Nell’affollatissima conferenza stampa al Foro Italico, quella che precede l’esordio più atteso dell’anno, Jannik Sinner si è seduto davanti a giornalisti, telecamere, microfoni e aspettative, e ha fatto la cosa più disarmante possibile: ha parlato come se non fosse successo nulla. Come se questi tre mesi, pieni di domande, titoli, ipotesi, non fossero stati una prigione, ma una pausa. Un respiro. Una parentesi necessaria.

“Sono un ragazzo molto semplice. Ho 23 anni, sono bravo a giocare a tennis, ma non cambio il mondo”, dice con la naturalezza di chi ha finalmente imparato a separare la persona dal personaggio. Il ritorno è stato lento, pensato, quasi costruito al contrario. Non attraverso l’ansia della prestazione, ma attraverso la riscoperta delle cose piccole: “La cosa più bella sarà tornare in campo, vedere tanta gente, sentire il tifo. Non ho paura, sono solo felice di essere qua. Abbiamo fatto il massimo in questi mesi e siamo pronti a giocare”.

Sabato scenderà in campo per il suo esordio da numero uno al Foro Italico, ma il peso del trono sembra non toccarlo. O almeno, non più. In questi mesi Jannik ha capito che l’attenzione lo segue anche quando non gioca. Che l’amore del pubblico può trasformarsi in pressione, e che certe emozioni vanno metabolizzate nel silenzio. “Nell’ultimo anno ho sentito tanta pressione. Anche perché non potevo parlare con molte persone di quello che stava succedendo. Alla fine quei tre mesi sono stati anche una pausa, un’occasione per stare con chi amo”.

Il tennis, paradossalmente, si è allontanato. “Non ho visto molte partite, ho iniziato a seguirlo di nuovo solo a Madrid”, confessa con un sorriso a metà. “Ero confuso, ma ho avuto accanto la mia famiglia e ho capito cosa conta davvero. Le persone che ti stanno vicino, quelle che vivono i tuoi ritmi, ti aiutano a tornare a sorridere”. È questa la chiave del nuovo Sinner: meno ossessione, più equilibrio. Meno fretta, più consapevolezza.

Poi c’è il capitolo più delicato, quello dei rapporti nel circuito. Un mondo individualista, come lui stesso ammette. “Il tennis è uno sport solitario. Ognuno ha il suo team e i suoi problemi da affrontare. Mi sono sentito con Jack Draper, con Sonny (Sonego), e con pochi altri. Alcuni messaggi mi hanno sorpreso in positivo, altri non sono mai arrivati. Ma andrà tutto bene”. Parole leggere, ma che pesano. Frasi che raccontano più di quanto lascino intendere.

Di certo, questi mesi non gli hanno tolto la voglia di giocare. Al contrario. L’hanno forse reso più affamato, più umano, più vicino a chi lo osserva dalle tribune o dal divano di casa. “Il successo non mi cambia. Resto lo stesso di sempre. Quello che viene da un paesino di duemila abitanti, cresciuto sulla neve. E che oggi, semplicemente, ha voglia di tornare in campo”.

Smentisce ogni voce sulla sua vita sentimentale, chiude con garbo ogni pettegolezzo: “Non ho una relazione. Capisco che l’attenzione ci sia anche fuori dal campo, ma preferisco parlare di tennis”. E infatti di tennis si parlerà, da sabato in poi. Quando Sinner comincerà il suo nuovo viaggio. Non per cambiare il mondo, ma per continuare a essere se stesso. Ed è già abbastanza.