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Zheng incanta il Foro: supera Sabalenka con un capolavoro tattico e vola in semifinale

Qinwen Zheng

foto: Antonietta Baldassarre/INSIDEFOTO

Al Centrale del Foro Italico, Qinwen Zheng ha compiuto l’impresa. Con una prestazione raffinata e lucida, la tennista cinese ha sconfitto per 6-4 6-3 la numero uno del mondo Aryna Sabalenka, conquistando la prima semifinale in carriera agli Internazionali BNL d’Italia. Un successo che non vale solo il passaggio del turno, ma assume il sapore di liberazione: in sei precedenti, Qinwen non era mai riuscita a strappare un set alla bielorussa. Ora ha vinto tutto.

Zheng di fioretto, si potrebbe dire, perché il tennis mostrato sul mattone romano è stato più vicino all’arte che all’atletica. Dove Sabalenka ha provato a imporsi con la forza, la cinese ha risposto con geometrie, variazioni e letture perfette del tempo e dello spazio. Ha dominato la partita con intelligenza tattica, non lasciandosi mai schiacciare dal peso specifico dell’avversaria, e anzi costringendola a uscire dal comfort di un gioco diretto e brutale.

L’inizio è tutto della numero uno del mondo, che parte aggressiva sia al servizio che in risposta, conquistando lo 0-30 nel secondo game con una smorzata deliziosa. Ma Zheng non si scompone: lavora col dritto angolato, varia la profondità, e costringe Sabalenka a spostamenti complicati. Da lì in poi prende in mano il ritmo del match. Salva due palle break nel terzo game, poi sul 2-2 infila un parziale tecnico e mentale che cambia la storia della partita. Con una smorzata perfetta e due errori provocati da traiettorie cariche e improvvise, ottiene il break e non si volta più indietro.

Nel nono game serve per il set: va in difficoltà sul primo set point, annullato da una giocata strepitosa di Aryna, ma alla seconda occasione chiude con lucidità grazie all’ennesimo errore forzato dell’avversaria. È il primo grande strappo della partita. 6-4, e la sensazione netta che qualcosa sia cambiato nella testa di Zheng. Ora, sul campo, comanda lei.

Sabalenka prova a scuotersi, ma cade subito nel primo turno di battuta. Zheng accelera, diventa imprendibile sul diritto e si porta 2-0 con un ace centrale da manuale. Aryna risponde con qualche colpo di classe ma alterna troppo. Resta in scia, ma nel settimo game rischia di crollare definitivamente: quattro palle break annullate con grinta da vera numero uno, ma l’energia mentale spesa le toglie lucidità nella fase successiva. Zheng ne approfitta: rimette ordine, si prende il tempo giusto, e respinge l’ultimo assalto con coraggio e precisione.

Il game successivo è una sinfonia personale: risposte profonde, palle corte, cross angolati. La bielorussa si aggrappa al servizio e alla potenza, ma è come cercare di fermare un’onda con le mani. Sul 5-3 Zheng si procura tre match point, e sulla seconda palla utile è Sabalenka a crollare con un doppio fallo che fa calare il sipario.

“È bellissimo giocare qui a Roma, mi esprimo sempre al meglio. Ringrazio il pubblico per il sostegno” ha detto raggiante Zheng nell’intervista a caldo. E in effetti la cinese ha dimostrato un’intesa quasi naturale con il campo del Foro, sfruttando ogni centimetro con eleganza e pragmatismo. Ha battuto per la prima volta la numero uno del mondo. Ha saputo variare il ritmo, rallentare quando serviva, accelerare quando l’avversaria perdeva campo. Un capolavoro di lettura del match, un piano gara eseguito senza sbavature.

In semifinale Zheng troverà Coco Gauff, che ha eliminato nei quarti la russa Mirra Andreeva. Due precedenti e due sconfitte per la cinese, ma il contesto oggi è diverso. Qinwen è maturata, ha dimostrato di poter tenere testa e superare le più forti, e ha soprattutto aggiunto alla sua naturale potenza un’intelligenza tattica che oggi fa la differenza nel tennis d’élite.

Roma la applaude, la celebra. Zheng si prende la scena con grazia e silenziosa ambizione. E con la leggerezza di chi, con un fioretto ben affilato, sa colpire il bersaglio senza mai alzare la voce.