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Roma Como: l’analisi dei tempi di gioco

Jacobo Ramon contro Evan Ferguson

foto: Andrea Staccioli/INSIDEFOTO

1 TEMPO:

La prima frazione all’Olimpico si chiude senza reti ma con indicazioni chiare sull’identità della gara, costruita su equilibrio, intensità e continui cambi di fronte. Roma e Como si affrontano senza timori reverenziali, mantenendo ritmi sostenuti e dimostrando una buona organizzazione nelle due fasi, con i giallorossi leggermente più incisivi nella pressione alta e i lariani abili nel palleggio e nelle transizioni rapide.

Sul piano delle occasioni, è la Roma a creare i presupposti più concreti per sbloccare il risultato. Ferguson si conferma il riferimento offensivo più ispirato, capace di legare il gioco e di rendersi pericoloso anche in proprio, come al 41’ quando il suo piattone a botta sicura viene deviato in modo decisivo da Baturina. Soule’ e Wesley accompagnano bene l’azione, pur pagando qualche imprecisione nell’ultimo passaggio e nelle conclusioni, come dimostra l’opportunità sprecata al 25’ dopo un errore in costruzione del Como.

Il Como risponde soprattutto con Addai e Diao, entrambi capaci di accendere la manovra con giocate individuali e strappi improvvisi. Addai prova a sorprendere la difesa giallorossa con iniziative personali e conclusioni dalla distanza, mentre Diao mette in difficoltà la retroguardia capitolina fino al problema muscolare che lo costringe al cambio al 36’, episodio che spezza il ritmo ospite in un momento favorevole. Dopo tre minuti di recupero, il primo tempo si chiude sullo 0-0, con la sensazione di una gara ancora apertissima e pronta a vivere una ripresa più tattica ma potenzialmente decisiva.

Per la cronaca, possesso palla della Roma per il 56%

2 Tempo:

La ripresa all’Olimpico si apre con una Roma più intraprendente nel possesso e più decisa nell’occupare la metà campo avversaria, mentre il Como prova a mantenere ordine e compattezza affidandosi alla qualità dei suoi interpreti tra le linee. Il ritmo resta sostenuto, con continui duelli individuali e una crescente intensità agonistica che porta il direttore di gara a intervenire spesso sul piano disciplinare, segnale di una partita che si fa sempre più tesa e combattuta.

La svolta del match arriva al 60’, al termine di un’azione costruita con lucidità e tempismo. Soulé gestisce il pallone con intelligenza, attira la pressione e libera sulla destra Wesley, che trova il tempo e lo spazio per calciare ad incrociare, battendo Butez con una conclusione precisa e angolata. Il gol cambia l’inerzia della gara, consegnando alla Roma il vantaggio e costringendo il Como ad alzare progressivamente il baricentro alla ricerca del pareggio.

Dopo l’1-0, la partita entra in una fase più spezzettata, caratterizzata da numerose sostituzioni e da un evidente aumento della pressione lariana. Il Como prova a reagire con maggiore intensità, affidandosi alle iniziative di Nico Paz e ai cross dalla trequarti, creando anche un brivido all’84’ con un pallone morbido in area che attraversa lo specchio senza trovare la deviazione decisiva. La Roma risponde gestendo il possesso e cercando di rallentare i ritmi, mostrando solidità difensiva e attenzione nelle letture, con Ndicka e Hermoso puntuali nelle chiusure.

Nel finale, tra ammonizioni, proteste e cinque minuti di recupero, il Como tenta l’assalto disperato mentre i giallorossi difendono il vantaggio con ordine e sacrificio collettivo. Il triplice fischio di Feliciani sancisce l’1-0 finale, un successo di misura per la Roma costruito su concretezza, equilibrio e una gestione matura della seconda frazione, che premia la scelta di colpire nel momento chiave e di resistere alla pressione avversaria fino all’ultimo secondo.