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Centri Storici e Futuro del Paese. Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri l’indagine ANCSA

centri storici

Si è svolta oggi a Roma, presso la Presidenza del Consiglio di Ministri la presentazione dell’indagne ANCSA-CRESME sui centri storici Italiani. Sono intervenuti alla manifestazione  Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; Sesa Amici, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio; Flavia Piccoli Nardelli, Presidente Commissione Cultura Scienza e Istruzione Camera Deputati; Ermete Realacci, Presidente Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici Camera Deputati; Antonio Decaro, nella doppia veste di Sindaco di Bari e di Presidente ANCI; Francesco Bandarin, Presidente ANCSA e Direttore Generale aggiunto per la Cultura dell’UNESCO, Lorenzo Bellicini, Direttore CRESME; i Sindaci già confermati Ilaria Caprioglio (Savona), Giorgio Gori (Bergamo), Mario Occhiuto (Cosenza), Leoluca Orlando (Palermo) e Filippo Mario Stirati (Gubbio).

ANCSA ha realizzato questa indagine come primo significativo passo per la costituzione di un Osservatorio sui centri storici italiani dal quale trarre dati e informazioni quantitative e oggettive per meglio calibrare la proposta di nuove politiche urbane.

 Ben 109 i centri analizzati dall’ANCSA, l’Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici, ovvero quelli dei capoluoghi di provincia. La ricerca ha preso come riferimento diversi aspetti constatando le differenze strutturali, concettuali, economici, archetettonico organizzative, oltre che aspetti sociologici legati all’aspetto storico ed allo sviluppo di molti di essi. Ne consegue un’analisi numerica piuttosto variegata: Il 52% delle abitazioni nel centro storico di Frosinone è vuoto, a Ragusa è il 42%, mentre a Lecco il 42,2% delle abitazioni è occupato da non residenti. Nella Città Vecchia di Taranto un edificio su tre è inutilizzato, nel centro storico di Caltanissetta un edificio su cinque è inutilizzato, ad Agrigento, Benevento, Vibo Valentia, Trapani sono uno su dieci. In molte città del nord gli edifici inutilizzati hanno valori infinitesimali: 0,1% a Firenze, 0,2% a Siena. In questo quadro di difficoltà va segnalato il fondamentale ruolo economico che i centri storici, fin dagli anni 2000, stanno svolgendo nel Paese, come ci mostra chiaramente la ricerca: nello 0,06% del territorio italiano vive il 2,5% della popolazione e si trova l’8,4% degli addetti e soprattutto il 14,5% degli addetti ai servizi pubblici, il 14,0% dei servizi di produzione; il 13,4% delle attività ricettive.

Questi sono solo alcuni degli elementi esposti in chiave numerica alla base della ricerca pubblicata on line che consente di effettuare una comparazione analitica dei 172 chilometri quadrati del territorio analizzato.

FOTO IN ESCLUSIVA:

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