Papa Francesco si è spento in modo discreto e sereno nelle prime ore del mattino, il giorno dopo la Pasqua. Le sue ultime parole sono state un ringraziamento a chi gli è stato vicino fino all’ultimo respiro: “Grazie per avermi riportato in Piazza”. Un riferimento commosso al suo assistente sanitario personale, Massimiliano Strappetti, che lo ha accompagnato durante l’intera convalescenza e lo ha incoraggiato a compiere il suo ultimo giro in papamobile, domenica, dopo l’Urbi et Orbi.
Quel gesto, tanto semplice quanto carico di significato, ha rappresentato per il Pontefice argentino il ritorno tra la gente, proprio nel cuore di Piazza San Pietro, tra l’affetto di oltre 50 mila fedeli. Stanco ma felice, Francesco ha abbracciato idealmente il suo popolo, i bambini, e la comunità internazionale che lo ha seguito per oltre un decennio.
Strappetti, l’infermiere che nel 2021 gli salvò la vita suggerendogli l’intervento al colon, era ancora al suo fianco, come lo era stato nei 38 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli e durante ogni istante della sua convalescenza a Casa Santa Marta. La presenza discreta ma instancabile di chi ha condiviso con il Papa l’intimità del dolore e la forza della speranza.
Dopo il saluto dalla Loggia delle Benedizioni, Francesco ha chiesto con un filo di voce: “Credi che possa farlo?”. E con coraggio ha scelto di salire sulla papamobile per quello che sarebbe stato l’ultimo abbraccio alla folla.
La sera di Pasqua è trascorsa in tranquillità. Nella notte, i primi segnali del malore. Alle 5.30 il peggioramento improvviso. Poco dopo, un ultimo gesto con la mano rivolto a Strappetti. Poi il coma, e infine la morte, sopraggiunta senza sofferenze.
Papa Francesco si è spento così: in silenzio, dopo aver salutato il mondo. Fedele fino all’ultimo alla missione del contatto umano, ha lasciato il segno di un pontificato vissuto “insieme” al popolo.
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