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Protesta animalista sotto la sede del Ministero della Salute

Una forma di protesta si sta mettendo in atto in queste ore sotto la sede le Ministero della Salute. Una civile protesta che ancora una volta riguarda la salute degli animali utilizzati come cavie da laboratorio. Il Comitato Tutela dei Diritti  degli Animali scende ancora una volta in piazza per protestare contro l’uso di animali per operare xenotrapianti e testare sostanze d’abuso. Sei primati della famiglia Cercopithecidae utilizzati per la ricerca sulla cecità umana sembrano essere infatti oggetto di sperimentazione e ricerca presso gli stabulari dell’Università di Parma. La protesta entra ora nel vivo, dopo le numerose manifestazioni che nello scorso mese di novembre  sono state messe in atto in molte università italiane nelle facoltà scientifiche e di psicologia.

Oggi infatti un gruppo di attivisti ha scelto di manifestare, ed essere comunque pronti ad incatenarsi sotto al ministero per cercare di porre fine alla sperimentazione, agli xenotrapianti, ed ai test sulle sostanze di abuso sugli animali. Un duplice motivo alla base di tutto: da una parte infatti un percorso iniziato quattro anni fa sulla base di una relazione dell’IZSLER, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, incentrata sulla sperimentazione animale, che doveva terminare nel 2020, e confermato e prolungato di altri due anni recentissimamente dal Ministro della Salute nel “decreto milleproroghe”, nonostante il progetto e la relazione iniziale siano ormai di quasi un lustro fa e dunque risulta anacronistico scientificamente vista la velocità con cui la ricerca scientifica si evolve.

Dall’altra, il percorso del progetto «Lightup – Turning the cortically blind brain to see» che dopo cinque anni di torture fisiche e psicologiche sui sei macachi che saranno resi ipovedenti attraverso operazioni chirurgiche invasive, porterà ad uno studio scientifico privo di fondamento scientifico secondo il comitato, che proseguirà sui corpi degli animali dopo la loro morte che viene mandato avanti  dalle università di Torino e di Parma, e finanziato con ben 2 milioni di euro di soldi pubblici della Comunità Europea.

Una protesta senza dubbio animalista ma che pone ancora una volta seri quesiti etici e bioetici sull’utilizzo di cavie animali nella ricerca scientifica, dubbi che potrebbero essere soddisfatti secondo altri scienziati con metodi alternativi e senza torture fisiche sugli animali.

Il comitato, anche attreverso questa manifestazione, si oppone fermamente a tutto ciò, e chiede un incontro con il ministro Speranza per interrompere lo studio intrapreso e salvare la vita dei primati senza infliggere ulteriori inutili sofferenze promettendo l’assidua presenza sotto la sede del ministero.

Di certo nei mesi scorsi le proteste sono rimbalzate anche nella città di Parma, eletta da pochi giorni come Capitale Europea della Cultura, anche se per Cultura, quella con la C maiuscola, si intende anche la capacità di tutela e salvaguardia di tutte le forme viventi, umane, animali e vegetali.

 

Gallery di Matteo Nardone:

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