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“Svariate metastasi”: nuovi dettagli emergono sulla morte del giornalista Andrea Purgatori

foto: Riccardo Piccioli

L’autopsia del noto giornalista d’inchiesta, Andrea Purgatori, ha rivelato dettagli inquietanti sulla sua morte. Le informazioni trapelate dalla sala settoria dove è stato sottoposto all’autopsia il 26 luglio confermano che Purgatori, a prescindere dalla diagnosi, non avrebbe potuto sopravvivere. Il tumore e le sue metastasi, con i loro effetti devastanti, avevano già segnato il suo destino in modo irreparabile.

Un conduttore televisivo amato

Purgatori, un amato autore e conduttore televisivo, si trovava in uno stadio avanzato della malattia, che condizionava pesantemente la sua aspettativa di vita. Nonostante le diagnosi contrastanti tra un medico e l’altro, che avevano spinto la famiglia Purgatori a rivolgersi ai tribunali, non dovrebbero esserci imputazioni di responsabilità verso i medici che avevano in cura Purgatori.

Le responsabilità mediche

L’ordinamento penale prevede che la responsabilità dell’operatore sanitario sussista solo di fronte a una condotta tale da nuocere al paziente “con un grado di probabilità, prossimo alla certezza”. In altre parole, anche in presenza eventuale di un errore medico, la responsabilità del sanitario si concretizza solo di fronte a una accertata realizzazione del danno a carico dell’assistito. Il breve periodo di vita che rimaneva a Purgatori, però, potrebbe minare il nesso causale tra la condotta dei camici bianchi e il decesso.

I risultati dell’autopsia

Secondo i tre consulenti della Procura di Roma che hanno eseguito l’autopsia, sarebbe stato il tumore primitivo al polmone la causa dell’arresto cardiorespiratorio che ha terminato la vita di Andrea Purgatori. La prudenza e le riserve dovute all’incompletezza degli accertamenti post-mortem inducono al silenzio. Tuttavia, la scoperta di “svariate metastasi” solleva ulteriori interrogativi.

I consulenti, tra medici legali, radiologi e anatomopatologi, sono stati incaricati dalla Procura di stabilire “l’epoca, la natura, la causa della morte e i mezzi che l’hanno determinata”. Dopo l’esecuzione della Tac e dell’autopsia, si attende l’esame istologico dei tessuti e degli organi, che richiederà dalle due alle tre settimane.

L’impatto delle metastasi

Le metastasi, gli effetti oncologici secondari del tumore ai polmoni, potrebbero aver portato alla cosiddetta cachessia neoplastica, una condizione di insufficiente funzionalità degli organi vitali, dai polmoni al cuore, dal cervello ai reni, al fegato. Questa condizione di gravissimo deperimento organico ha un esito fatale in tempi stretti. Purgatori aveva confidato agli amici più stretti, il senso di vuoto e di spossatezza che lo attanagliavano nell’ultimo scorcio della sua esistenza.

Ulteriori indagini

Nonostante tutto, i consulenti potrebbero richiedere un’indagine microbiologica per scoprire se sono presenti agenti patogeni infettivi. Tuttavia, per ora, i periti non hanno fatto riferimento a infezioni di sorta, ma solo al tumore primitivo. L’informazione su “svariate metastasi”, che hanno sicuramente contribuito a stroncare la vita di Andrea Purgatori, fa emergere ancora più domande sulle circostanze della sua morte.

La morte di Andrea Purgatori rappresenta una grande perdita per il mondo del giornalismo italiano. Tuttavia, le circostanze della sua morte suscitano dubbi e interrogativi, che devono essere affrontati per garantire che sia fatta giustizia per lui e per tutti i pazienti di tumore. Come comunità, dobbiamo sforzarci di migliorare la nostra comprensione e il trattamento del cancro, per poter offrire speranza e cure migliori ai futuri pazienti.