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Il mito “Marcello Mio”: la sorprendente metamorfosi di Chiara Mastroianni, ma il film di Honoré delude

da Cannes

Marcello Mastroianni è stato l’attore italiano più apprezzato dal cinema nazionale ed internazionale. Vincitore del premio per il miglior attore al Festival di Cannes per Dramma della Gelosia (1970) e per Dark Eyes (1987), e scelto come volto della locandina della 67ª edizione del festival Mastroianni torna alla 77° edizione in un modo alquanto particolare. Marcello Mio, scritto e diretto da Christophe Honoré, cerca, in modo goffo ed episodico, di ripercorrere i momenti iconici della vita dell’attore laziale attraverso sua figlia, Chiara.

Marcello Mio comincia con un comico shooting fotografico di Chiara Mastroianni, che interpreta stessa, travestita da Anita Ekberg, ricreando la celebre scena de La Dolce Vita in una ricostruzione parigina della fontana di Trevi. Chiara è un’attrice alla ricerca di un ruolo, desiderosa di liberarsi dall’ombra del padre che la perseguita nella sua carriera, ma qualsiasi cosa faccia le richieste sono sempre le stesse: essere più “Mastroianni”. Non riuscendo a pensare ad altro decide di indossare abiti da uomo, occhiali molto simili a quelli di Marcello ed inizia a vagare per Parigi. Chiara ha trovato il suo ruolo, da ora in poi sarà per lei e per tutti Marcello, Marcello Mastroianni.

Con l’aiuto di Fabrice Luchini, anche lui interpretato da stesso, entusiasta dell’idea di diventare amico di Marcello Mastroianni, Chiara rispolvererà il passato di suo padre tra memorie d’infanzia, discussioni con la madre, Catherine Deneuve, e luoghi iconici della vita dell’attore.

Non è la prima volta che Chiara veste i panni di suo padre infatti già nel 2011 si era vestita da suo padre per un servizio fotografico per la rivista Elle insieme a sua madre. La somiglianza visiva tra i due è certamente straordinaria e per l’interpretazione nel film le viene anche chiesto di comportarsi come Marcello. Chiara magistralmente gesticola e parla come suo padre coinvolgendo gli spettatori in uno strano spettacolo di trasformismo.

Dopo un primo interessante momento riflessivo sulla necessità per Chiara di diventare Marcello, il film di Honoré perde qualsiasi interesse trasformandosi in una caccia alla citazione. Se non si è a conoscenza di tutto il gossip che circonda la famiglia Mastroianni, se si ignorano le relazioni tra Chiara e Melvil Poupaud, l’attore francese suo ex fidanzato e tra la Deneuve e l’altro attore francese Luchini, appunto, o si sa poco dei costumi indossati da Mastroianni nei suoi film, allora la maggior parte di “Marcello Mio” per chi lo guarda e non conosce a fondo la storia dell’uomo e attore, del mito Marcello Mastroianni, il film non avrà gran senso. Christopher Honoré ad una analisi della figura di Mastroianni preferisce, invece, fare un episodico riassunto di situazioni superficiali vissute dall’attore italiano, principalmente ricercate per il solo scopo di ammiccare allo spettatore ammiratore ma soprattutto lettore di tabloid. I pochi momenti che aspirano a revocare un po’ di poesia, come la scena in cui Chiara vestita con gli abiti di Mastroianni in Ginger and Fred (1985) si immerge nella vera fontana di Trevi, sono offuscati però da momenti che alternano scene musicali ad un programma televisivo, un ibrido tra C’è posta per te ed I soliti Ignoti, portando ad un misto tra il ridicolo e il grottesco.

Honoré non omaggia i film del passato, cerca di ricrearli. Ricrea la scena de Le Notti Bianche sul ponte a Parigi o quella sul litorale di Formia de La Dolce Vita, in cui, Marcello incontra Paola (Valeria Ciangottini), ricreando e cambiando quello che di per già perfetto non aveva bisogno di essere cambiato. Marcello Mio è stato accolto da un silenzio assordante alla proiezione stampa, con gli spettatori che si sono alzati per lasciare la sala il prima possibile, probabilmente delusi da un film superficiale che nulla ha a che fare con la memoria di Marcello Mastroianni.