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Panatta e Barazzutti: “Non è giusto escludere i Russi dagli Internazionali”. Nadal critica la decisione di Wimbledon

foto: Redazione

La voce dei campioni, vecchi e nuovi. Il dibattito è sempre più acceso. Purtroppo anche la guerra in Ucraina. Lo sport può fare tanto ma appare pensiero diffuso tra i campioni che non è escludendo i giocatori russi dai tornei che possa passare il messaggio giusto.

Rafael Nadal, da Madrid dove disputerà il Masters 1000 di casa, ha fatto sentire la sua voce: “Che colpa hanno i tennisti, gli sportivi russi per quanto sta succedendo, mi dispiace davvero per loro. Dico comunque che quanto succede nel nostro sport è irrilevante di fronte a così tante persone che muoiono e soffrono”. Il riferimento è alla decisione di Wimbledon di escludere i giocatori russi e bielorussi dal torneo dello Slam a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. La questione da giorni si pone per gli Internazionali di Roma. E se Wimbledon è un torneo privato, Roma non lo è. Le direttive del Cio sono di non far partecipare i russi, lo ha ricordato Giovanni Malagò che lo rappresenta in Italia ed ha rimandato la decisone al governo. La sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali ha ribadito che si seguiranno le linee internazionali: “L’Italia è in sintonia con le linee del Comitato Olimpico Internazionale, per quanto riguarda gli Internazionali la situazione è diversa rispetto a Wimbledon – ha detto –  che ha deciso di escludere russi e bielorussi. Sono comunque in corso degli approfondimenti di carattere formale, appena ci sarà una notizia chiara verrà comunicata”. 

 

Le idee molto chiare le hanno i giocatori, quelli che in campo ci vanno. Anche Adriano Panatta, e Corrado Barazzutti hanno detto la loro: “Penso che sia una cosa ingiusta non ammettere i russi. Anzi il messaggio da dare è completamente diverso. Se giocassi ai prossimi Internazionali di tennis d’Italia scenderei in campo con una maglietta giallo-azzurra, con i colori dell’Ucraina. È una questione di sensibilità personale”. Per Bertolucci, Zugarelli e Barazzutti il discorso è molto ampio e l’esclusione non è la mossa migliore : ” Cosa devono fare questi atleti – dice l’ex capitano non giocatore della nazionale maschile italiana di Coppa Davis – devono essere puniti perché hanno il passaporto russo?”

Nicola Pietrangeli si è collegato con la conferenza stampa di presentazione dei “Una squadra” telefonicamente, ma gli altri della squadra appunto, c’erano tutti alla casa del Cinema di Roma. Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Adriano Panatta e Tonino Zugarelli. Quattro campioni, uomini di natura diversa uniti dalla storia. Hanno parlato appunto della questione dei russi ai tornei e soprattutto della loro impresa argomento della docuserie ‘Una squadra’ (al cinema dal 2 al 4 maggio e dal 14 maggio su Sky). La storia del team azzurro che vinse la Davis nel ’76. “Allora, nella finale contro il Cile io e Bertolucci mandammo un messaggio politico giocando il doppio con la maglietta rossa, purtroppo nessuno se ne accorse e nessuno ne ha parlato per interi decenni. Andammo in Cile contro la volontà dell’intellighenzia dell’epoca, decidemmo noi di esserci”.