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La luce delle stelle: Licia Troisi si tinge di giallo ed è un successo

foto esterna: Ufficio Stampa

La regina del fantasy italiano ha pubblicato con Marsilio un giallo deduttivo dai toni leggeri ma non per questo meno avvincente. Licia Troisi, scrittrice e dottoressa in astronomia, ci introduce nel mondo della ricerca scientifica a colpi di suspense, facendoci accompagnare da personaggi credibili lungo “La luce delle stelle”.

Indagini astronomiche sotto la luce delle stelle

Ci troviamo in un osservatorio astronomico non identificato, frutto della fantasia e dell’esperienza di Troisi. Gabriele, un giovane ricercatore italiano, si districa tra la ricerca e la sua infatuazione nei confronti di Mirela, la bella medica dell’osservatorio. La quiete delle giornate identiche tra loro viene rotta prima dall’arrivo dell’esuberante Samantha Bridges, un’importantissima ricercatrice accompagnata dalla fedele dottoranda Pinetta, poi da un blackout, da un furto e da un omicidio che spingono Gabriele fuori dalla sua comfort zone, alla ricerca del colpevole. Attraverso numerosi colpi di scena che capovolgono le idee sui sospettati, Troisi accompagna il lettore verso la rivelazione finale tramite le introspezioni e le paure del giovane protagonista.

La storia raccontata nel romanzo è lontana dall’essere scontata e ricalca fedelmente, come afferma la stessa autrice, gli stilemi tipici del giallo deduttivo, mantenendo però la voce narrante che ha sempre distinto la penna di Troisi. Il suo modo di scrivere può sembrare indirizzato a un pubblico più giovane, fatto di frasi semplici, ben organizzate, sciolte e che scivolano uno dopo l’altra sotto agli occhi del lettore, che non potrà fare a meno di lasciarsi rapire dalla prosa di Troisi.

I temi affrontati in “La luce delle stelle”, tuttavia, smentiscono queste prime sensazioni e scandiscono invece un’accessibilità a un pubblico di qualunque età. Problemi quali lo sfruttamento dei dottorandi, le difficoltà legate all’editoria scientifica e la competizione universitaria, unite alle pressioni sociali del dover rendere sempre al massimo, vengono descritti in modo eccellente sulla pelle del protagonista, che risente di tutto ciò durante la ricerca dell’assassino. Complici di questo ritorno al passato di Gabriele sono Samantha Bridges e la sua assistente-dottoranda Pinetta, che incarnano tutta la tossicità del sistema. Troisi critica proprio questo, allontanandosi quindi da una dimensione strettamente politica per abbracciare il sentire e il vissuto personale di tantissimi giovani dottorandi.

Chi nei gialli, quindi, ci ha sempre e solo letto omicidi, furti e indagini, dovrà ricredersi e tornare a ragionare sulle proprie letture del passato – scoprendoci, magari, dei nuovi spunti di riflessione. Proprio la luce delle stelle, infatti, diventa la chiave di volta e soluzione del garbuglio interiore di Gabriele: le dimensioni dell’universo intero, sconfinato con le sue galassie lontane, alleviano le pressioni terrene lasciandoci stupiti nella leggerezza della vita.

Avrebbe dovuto sentirsi annientato da quella considerazione, e invece lo consolò. In fin dei conti, là fuori c’era qualcosa di più grande di tutte le loro vite, qualcosa che sarebbe rimasto quando ciascuno di loro non fosse più stato altro che cenere. Tutto ciò che era accaduto quella notte d’improvviso si ridimensionava, e Gabriele, semplicemente, non ebbe più paura.

Scandire la lettura a ritmo di cultura pop e strumenti scientifici

Tornando al pubblico, i lettori saranno sorpresi da diversi riferimenti alla cultura pop – e non solo – presenti nel romanzo. Partendo dal prologo ispirato a quello dell’echiano “Il nome della rosa”, si passa ai personaggi principali che non si risparmiano nel nominare Doctor Who e Dr. House, celebri protagonisti delle omonime serie televisive. Non solo: alcuni espedienti di trama assomigliano a quelli già visti nella celebre serie di Sherlock Holmes, un richiamo azzeccato alle indagini che troviamo all’interno del romanzo. Questi riferimenti arricchiscono lo scritto, immergendolo in un contesto culturale molto più vicino ai lettori di oggi senza però renderlo avverso a chi è più distante da questo tipo di rimandi.

Altra nota di merito è la chiarezza con cui Troisi racconta la vita all’interno dell’osservatorio con tutti i suoi strumenti scientifici. Telescopi, hard disk, dati: tutto viene spiegato con naturalezza dai personaggi e il lettore non può fare a meno di immedesimarsi nella premurosa Mirela, da sempre affascinata da quella strumentazione, dagli astri e dai movimenti celesti nonostante si occupi di medicina.

La luce delle stelle: un primo romanzo giallo imperdibile

Che siate già fan fedeli di Licia Troisi o che vi siate semplicemente incuriositi leggendo questi pochi paragrafi, il primo giallo della regina italiana del fantasy è un romanzo assolutamente da leggere. Questo esperimento – per tornare alla scienza – riesce e affascina chi legge grazie alla prosa sciolta e ai colpi di scena che scandiscono la trama. I personaggi risultano credibili, vicino a noi, e le loro paure diventano le nostre mentre il mistero si dipana pagina dopo pagina.

L’augurio è che Licia Troisi continui a esplorare ancora a lungo i generi letterari, sia nel regno della fantasia sia in quello della realtà, regalandoci nuove storie e nuove avventure attraverso la sua penna.