Roma Italy - 18 May 2024 - Sprint festival

Occhi grandi e ciglia folte e curve. Capelli raccolti e fermaglio giallo da un lato. Za per tutti,  Zaynab Dosso per l’anagrafe, è la donna più veloce d’Italia. Primatista dei 60 mt, dei 100 mt. (11″02) e della staffetta 4×100. Per lei lo Stadio dei Marmi- Pietro Mennea, dove si è svolto lo Sprint Festival, era una scommessa, la sua prima volta su una pista con curve davvero insidiose, l’azzurra si è provata nella gara sulla distanza dei 200mt, un test, dopo 7 anni, l’ultima volta era stato ad Ancona nel 2017. Allo Sprint festival ha vinto con il tempo di 23.10, sostenuta dall’affetto del pubblico, la cosa che l’ha soddisfatta di più, lei velocista italiana nata a Man in Costa d’Avorio.

Za, dopo l’11″02 dei 100mt di Savona sei diventata la donna più veloce d’Italia, che effetto fa?

In verità non è una cosa inaspettata, è il risultato di un percorso che dura ormai da anni, ci ho lavorato, l’ho cercato, l’ho voluto, faceva parte della mia visone non è stato un exploit. Eppure sì, fa effetto. Da ragazzina quando ho fatto il record italiano sui 60mt guardavo con ammirazione coloro che con tempi pazzeschi correvano i 100 e sembrava un risultato lontanissimo per me. Ora penso sia proprio quella la mia strada.

Una strada iniziata in Italia dove sei arrivata quando meno te lo aspettavi

Avevo 5 anni e guardavo all’Italia come un posto dove non sarei mai venuta, i miei genitori erano partiti lasciando a casa noi piccoli, io ero curiosa ma non me l’aspettavo, poi un giorno mi hanno detto ‘Za raggiungici, intanto, poi vediamo che succede’. Non era previsto che rimanessi i Italia, ne sono stata davvero felice. Io credo che ci sia un disegno per ognuno di noi, quando una cosa è destinata a te, ti arriva.

Credi nel destino, quale disegno vedi nel tuo futuro?

Atletica a parte mi vedo imprenditrice. Voglio creare un mio proprio brand, un’azienda dove far realizzare treccine, extension per capelli, per ciglia, ecco queste ciglia che porto le ho comprate online e me le sono messe da sola, in pochissimo tempo, è facilissimo. Mi piace e voglio crearne anche io, questa è l’altra parte del mio percorso di vita.

Hai in effetti già un tuo stile, in molti hanno notato che ad ogni gara ti proponi con un’acconciatura diversa

Verissimo. Non posso andare in gara trasandata e allo stesso tempo sentirmi “confident”. Presentarmi con un certo stile è per me un modo di interpretare il mio personaggio, scendere in pista ed essere me stessa. Mi piace farlo soprattutto quando sono in Nazionale.

Gli Europei di Atletica di Roma sono vicini, a Roma hai corso i 200 mt, un test, non dei migliori, e ad Ostrava sui 100 hai realizzato 11.18 chiudendo terza, sono tempi di transizione…

A Roma mi aspettavo di fare molto meno, è vero, ma allo stesso so che posso farlo. Mentalmente ero pronta e volevo a tutti i costi riuscire al massimo, ma ho sentito il calo per l’impegno dei giorni precedenti, non avevo energie. E poi la pista, rifatta con un bell’effetto ma non ero abituata a curve cosi strette ho dovuto frenare già a metà curva per rimettermi in asse e questo non mi ha permesso di poter correre come pensavo. E beh in Repubblica ceca non è andata benissimo, li considero episodi e riparto.

Marcell Jacobs, pare tu abbia un rapporto particolare con il campione olimpico

Marcell è ciò che serve all’atletica italiana, è il mio riferimento. Ma se qualcheanno fa guardavo a lui come irraggiungibile, ora no. Essere venuta ad allenarmi a Roma ha fatto cadere tante mie incertezze. Ho avuto modo di incontrarlo, ora per me è un grande amico, mi consiglia, mi manda messaggi di complimenti, mi incoraggia.  

Da Rubiera a Roma

All’inizio ho faticato ad adattarmi, poi questa città mi ha insegnato ad essere la Zaynab gioiosa, mi ha fatto scoprire il mio carattere, Roma è stata la libertà. Non ho un posto che al momento potrei definire ‘casa’,  qui sto bene anche se in futuro non rimarrei a vivere in questa città, è troppo grande e dispersiva.

La storia dice che hai 5 nonni perché il papà della tua mamma ha 5 mogli come percepisci questo tipo di cultura ora che da anni vivi in Itala, accetteresti di essere una delle cinque? 

(ride) In Costa d’Avorio è normale, non lo è più per me da quando vivo in Italia. Me ne sono resa conto quando due anni fa sono ritornata al mio paese, con le mie cugine abbiamo parlato di questo. Loro anelano ad essere anche la seconda o terza moglie, senza alcun disagio, una mentalità completamente diversa. Io invece ho avuto la fortuna di crescere e vivere in un paese open mind, trovo oggi questa modalità completamente surreale, è la cultura della mia famiglia, non potrei mai accettarlo ma allo stesso tempo le comprendo.

Il tuo fidanzato cosa ne pensa?

E’ d’accordo con me. Lui è portoghese, vive a Lisbona, è un atleta come me, ci vediamo nei meeting o quando si può, abbiamo una relazione a distanza che dura da un anno, funziona anche perché non siamo ancora usciti completamente allo scoperto.

In Italia ti sei sentita libera ma anche, talvolta, come hai raccontato spesso, vittima di razzismo. Credi che qualcosa sia cambiato?

A Rubiera ho fatto le elementari e le medie poi mi sono spostata a Reggio Emilia per le superiori, a scuola personalmente io non ho mai accusato atteggiamenti particolari nei miei confronti, ho un carattere forte e faccio sport da sempre, mi ha aiutato, ha fatto la differenza. Certe volte penso sia inevitabile, come ragazza di colore vedi e senti cose ma preferisci far finta di niente. Almeno io ho agito così. Mia sorella invece a 17 anni ha dovuto cambiare scuola per discriminazione da parte degli insegnanti. No, non mi sento di dire che le cose stiano o siano cambiate, in verità credo che il percorso sarà ancora molto lungo.

 Europei ed Olimpiadi, dove sarà la primatista italiana Zaynab Dosso?

Eccomi, ci sono! Prevedo di scendere in pista per divertirmi, seguendo la mia strada, continuando il processo che ho iniziato da tempo, senza farmi influenzare da nessuno. Voglio veramente sfruttare il mio potenziale e non aver paura di quello che potrebbe essere il successo, il mio successo. Ho sempre avuto paura di vincere, di quello che potrebbe significare. Ho sempre temuto di non poter sopportare la pressione. Ora vado e basta.

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