#Lettere del Direttore

Nel diman c’è l’incertezza

Pur non avendo ricordi precisi stamattina sono entrato in guerra. Pìù esattamente da cittadino di un’Italia da film “Roma città aperta”, che voleva dire: “a disposizione di chiunque, occupati od occupanti, fosse in grado di garantire l’ordine, cioè il terrore”. Poi m’è spuntato tra i ricordi di antichi e mai invecchiati film “Avanti c’è posto” col faccione buono di quell’affannato fattorino interpretato da Aldo Fabrizi.
Pensate adesso voi, volontariamente condannati a leggiucchiare ansie di dolcetti mal digeriti, ci racconta com’era “bella Roma quando c’era Numa”, Come cantava quel geniale cantastorie del sor Giggi Proietti, che ci mancherà per i prossimi 50 anni, febbre da cavallo permettendo.
Allora straparlando, straparlando veniamo al sodo (uovo). Non facciamoci riconoscere. Perchè nè davanti nè dietro di posto non ce n’è più. Gambe in spalla e alè. Io molto sommessamente credo che le pandemie, cioè le epidemie king size, non arrivino per caso, Ma per accertare se avanti veramente non c’è posto, Nonostante i 16 pacchi di biscotti vattela a pesca. e al tirar delle somme, chi vuol esser lieto sia del doman c’è l’incertezza.