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Riforma del CONI, momenti decisivi

Oggi é la giornata decisiva per capire quanto spazio avrà il Coni da dopodomani in poi. E’ scaduto il decreto di servizio detto ” Dello sport agli sportivi”; questo governo, non tanto per Zingaretti e Conte, quanto per le seconde linee dei 5 stelle e altri onorevoli sconosciuti, vogliono che il Coni pensi solo alle Olimpiadi. Tanto per cominciare da dopodomani in poi, si parli solo di Tokyo: per tutto il resto; Enti di promozioni in testa; ci penserà la politica. ai giovani, alla scuola e pure alle signore e signorine un po’ adipose. Ci sono in gioco un bel mazzetto di miliardi, scusate, di milioni di Euro: fa bene a inquietarsi Giovanni Malagò: ” Lo sport sul serio agli sportivi”, magari con il pacchetto Petrucci, quando il presidente della pallacanestro proponeva di stabilire per legge che al Coni e allo sport coordinato dal Comitato Olimpico venisse stabilita una quota. Perché delle promesse dei politici son piene le fosse. Allo sport dovrebbe andare il 2O se non addirittura il 3O % delle entrate dai Giochi, Gratta e Vinci in testa, per non fare la prossima e brutta figura di mandare 4 atleti; o al massimo 5 atleti di secondo piano per seguitare a dare soldoni e soldini ai politici che rimediano sediolini e poltrone grazie allo sport; quello che vorrebbero lor signori ; alla festa del patrono e padrone; ci viene da dire: ridateci Berlusconi; o no?

Queste le parole del presidente del Coni: “Il Cio non chiede nulla di più e nulla di diverso da quello che il governo italiano si è impegnato a sistemare ma, per colpa della politica, in 25 mesi ciò non è stato risolto. Non potete chiedere a me cosa delibererà il Comitato esecutivo del Cio ma a più riprese il presidente Bach, e non solo lui, ha fatto presente il problema in maniera eloquente“.

Continua poi Malagò: “La carta olimpica vieta categoricamente a un Comitato olimpico, qualunque esso sia, di operare per il tramite del governo e attualmente la società Sport e salute è il braccio operativo del governo. Per questo non si può adottare un contratto di servizio. Questo è il punto centrale di questa vicenda. Ci siamo ridotti così perché questa società, diventata nel frattempo emanazione del governo, non ha scorporato quelle che sono le funzioni dovute al Coni, in termini di organico e asset. Possibili danni su Milano-Cortina? Le ricadute sarebbero incalcolabili. Centinaia di atleti mi hanno scritto chiedendomi se eravamo su ‘Scherzi a Parte’. Parlano di follia. La mia è una supplica. Si tratta semplicemente di portare questo decreto per placare il rischio spaventoso che abbiamo con il Cio, poi starà ai parlamentari entrare nel dettaglio della riforma“.

Speriamo bene per il mondo sportivo e per l’Italia che, fra le altre cose, andrebbe a fare la stessa fine della Bielorussia di Lukashenko o della Russia col doping di stato. Niente bandiera e niente inno. In più, piccolo particolare, verrebbero anche a mancare le sovvenzioni CIO per i Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina del 2016. Bel pasticcio.

Lo sport indipendente dalla politica, il C.O.N.I. (come era lo storico acronimo) libero da inciuci. Speriamo nel miracolo.