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Enzo Samaritani, ultimi concerti del poeta nel suo Teatro Arciliuto

Teatro Arciliuto

Teatro Arciliuto

Sei album pubblicati. Libri molti di più. 85 anni e una vita che un romanzo non potrebbe racchiudere. Il poeta, cantautore e gran giullare Enzo Samaritani. Dice che quelli di questi giorni, nel suo prestigioso Arciliuto, saranno i suoi ultimi concerti. Non ci crede nessuno. I suoi racconti di vita ed esperienze prestigiose in mezzo mondo sono in scena dal 67, da quando il meraviglioso e antichissimo locale di Piazza Montevecchio, fu inaugurato da Enzo.

Sette anni dopo la nascita del Folkstudio, l’Arciliuto divenne ben presto il secondo tempio del Folk, della cultura alta e della poesia. Scaciato e giovanile il Folkstudio blues&jazz di Bradley e Cesaroni. Elegante e molto più borghese l’Arciliuto. Chi voleva la scapigliatura e l’ideologia di lotta ando’ prima a Via Garibaldi e poi in Via Sacchi in Trastevere.

Chi preferiva la tradizione storico filologica della terra e dei suoi strumenti, sceglieva l’elegante locale di Enzo a 30 metri dai Coronari e a 100 da Piazza Navona del quale si diceva fosse addirittura stata la prigione di Giordano Bruno. Negli ultimi anni il sottoscritto, Lino Rufo, Alfredo Saitto e Fabrizio Emigli ne hanno fatto un tempio dei giovani cantautori d’autore con la rassegna chiamata “Per chi suona la campana” dedicata a Giancarlo Cesaroni.

Il figlio di Enzo Giovanni con sua moglie Daniela furono i nostri complici appassionati tra poesia civile e pastasciutte e risotti cucinati dallo stesso grande vecchio Enzo. Le serate del lunedì con previa “apericena” , a 10 euro vino compreso, hanno portato nella piccola cavea sottoterra principianti e vecchie glorie.

Mentre decine di discoteche e pub romani aprivano e andavano in malora velocemente, l’Arciliuto vive e vuole vivere come ultimo tempio di belle teste e belle idee. E il vecchio ma giovanissimo patron Enzo, se un giorno smetterà di intrattenere gli ospiti con le canzoni e la poesia, non smetterà certo di cucinare per noi affezionati eredi di un’epoca irripetibile.

Daje, Enzo!

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