ernesto bassignano

Bax

I 70 marciano veloci tra sangue brigatista, attentati fascisti e golpe in Cile. Prima Venditti poi De Gregori decollano e mi lasciano solo a militare tra le Feste de L’Unita’. Nasce l’agenzia rossa per merito di Loris Barbieri, ex giovane partigiano.

Il capo Pajetta si fida e io all’interno della struttura vado forte come cantautore e reclutatore di altri bravi artisti democratici. Porto Dalla da Barbieri e gli facciamo un contratto di 40 feste! Lui intanto sta collaborando con il grande poeta Roversi ed e’ cosi’ che nasconono capolavori di Lucio. Intanto nascono le prime famose “radio libere” e io frequento molto a Frascati Punto Radio che a Zocca in Emilia ha una succursale in cui lavora come dj un certo Vasco Rossi.

Con la RCA faccio l’album Moby Dick e sara’ proprio il Vasco a intervistarmi. Giro tutte le estati per festival e mi capita qualche volta, nei Nazionali, di incontrare Francesco, Antonello e anche Lucio che ormai si e’ stabilito fisso nel nostro circuito democratico. Contribuisco dalle Botteghe Oscure a lanciare gente come i Bennato, la Compagnia di Canto Popolare , la De Sio, Finardi, Concato e decine di altri amici con i quali a volte mi ritrovo a Sanremo per il Club Tenco.

A Milano mio zio Fiorenzo Carpi mi fa conoscere Fo, Strehler e la Vanoni. A volte partecipo ai programmi tv di Mina’ e di Arbore, e sono, non a caso, gli anni in cui la Rai non fa soltanto cultura nazional-popolare ma anche “cultura alternativa”. A Roma ci si spara per le strade e ci si avvia verso la fine di Moro e con essa la fine di un sogno culturale di sinistra.

Conosco gli Area, lancio i Gatti del Vicolo Miracoli e i Giancattivi nella tv Videouno di quel Paese Sera con il quale ho preso a collaborare scrivendo dei pezzi sulla musica. Anche i due gruppi di attori succitati sono di sinistra e pronti a diventare divi televisivi senza dimenticare la matrice democratica. Mia sorella con la Poli e Bertolucci gestisce il Beat 72 e tra gli attori c’ è un tal folletto da Vergaio che si chiama Benigni. Diventiamo grandi amici. Lo porto da Micocci alla It Dischi e anche la sera in Via Sacchi a fare il matto al Folkstudio. Arbore lo lancia. In due anni Robertaccio diventa un divo.