Il Ponte Senatorio, un monolite che per secoli ha sussurrato le storie dell’antica Roma alle acque tumultuose del fiume, ha recentemente subito un restauro magnifico e accurato. L’intervento ha riportato il ponte alla sua primitiva robustezza e bellezza, onorando le radici storiche e culturali dell’opera. Inciso sul ponte, un’eloquente scritta in latino ci racconta la narrazione di questo rinascimento: “Per volere di papa Gregorio XIII, il Comune di Roma, nell’anno giubilare 1575, restituì alla primitiva robustezza e bellezza il Ponte Senatorio i cui fornici, caduti per l’antichità e già in precedenza restaurati, l’impeto del fiume aveva nuovamente abbattuto”.
Il ponte ha conosciuto giorni travagliati. Imponenti piene hanno martoriato la sua struttura, tra cui quella devastante del 1530, che ha imposto una ristrutturazione radicale. Artisti e architetti illustri, tra cui Michelangelo, hanno prestato la loro maestria in un restauro avvenuto nel 1552. Tuttavia, la forza inarrestabile della natura ha riportato il ponte al suo stato di fragilità quando, cinque anni dopo, una tumultuosa alluvione ha distrutto parte della sua struttura, cancellando tre delle sei arcate e deviando addirittura il corso del fiume.
Da quel momento, il Ponte Senatorio è stato battezzato “Ponte Rotto”. Un titolo che racconta di resilienza, di una struttura che, nonostante le avversità, si è aggrappata alle rive del fiume, evolvendosi nel tempo. La metà superstite del ponte fu trasformata in un sublime giardino pensile, un’oasi verde che ha abbellito la riva destra fino alla fine del Settecento.
Nel 1853, un soffio di vita moderna ha attraversato il ponte con l’introduzione di passerelle metalliche sospese, ristabilendo una connessione fisica tra le due rive del fiume. Tuttavia, il progresso ha portato con sé anche la distruzione, e in seguito, durante la costruzione dei moderni argini del fiume, parte del ponte è stata sacrificata.
Oggi, il Ponte Senatorio, o Ponte Rotto, persiste come un simbolo tenace di storia e resilienza. Con una sola delle sue arcate cinquecentesche rimaste, appoggiata sugli originali piloni del II secolo a.C., il ponte continua a testimoniare il flusso incessante del tempo e delle acque del fiume, mantenendo viva la ricchezza della narrazione storica e culturale di Roma.