#Il punto di Italo Cucci

Superlega e derby capitolino

foto: Redazione

Superlega? Mentre tutti le dedicano lagrimevoli o astiosi deprofundis passo in rassegna i dettagli della fallita rivoluzione (che a mio avviso non finisce qui, e mi spiegherò) e ne trovo uno particolare che dimostra l’improntitudine dei presunti rivoluzionari. Disse Florentino Perez, un signore che sta cercando di comprarsi le autostrade italiane: “Saremmo felici se la Roma venisse con noi”. Essendo la Superlega d’ispirazione americana come forma (vedi l’NBA) e sostanza (finanziamento ricchissimo da JP Morgan) i congiurati hanno pensato che i Friedkin giallorossi sarebbero stati con loro. Dimenticando – volutamente – la Lazio.

E allora capii…che non capivano niente. Come fai a escludere dai tuoi ambiziosi cartelli di sfida il Derby della Capitale, l’unico ancora vivissimo perché giocato ad armi pari e con storica forte rivalità? Juvetoro è ormai una…festa juventina (salvo follie bianconere tipo Pirlo), Milaninter un rispettoso incontro d’affari fra investitori stranieri, solo Genoa-Samp mantiene uno spirito tradizionale…ma Roma-Lazio è il top.

Poi, ho visto che il Perez del Real aveva subito invitato e schierato l’Atletico, come i due Manchester. Giusto a Roma avevano toppato. In realtà, come pensare che avrebbero potuto allearsi con Lotito, l’unico che mantiene una fastidiosa indipendenza e spesso detta legge alle rivali più ricche secondo la logica del mio vecchio amico catanese Massimino che diceva – ricorderete – “C’è chi può e chi non può. Io può!”.

Eppure, di questa strombazzata Superlega qualcosa resterà : Uefa e Fifa dovranno allargare i cordoni della borsa e distribuire con generosità ai club parte dei ricchi proventi che i club favoriscono mettendo a disposizione i loro calciatori per le nazionali mondiali e per i tornei continentali. Non dimentico – e stupisco che solo gli antichi cronisti come me si ricordino della storia – che già in passato minacce di questo genere all’istituzione europea hanno sortito risultati, vale a dire quattrini; e che lo stesso Berlusconi aveva proposto, al suo apparire, una sorta di Superlega.

Come Andrea Agnelli fino a dieci giorni fa, quando dirigeva l’ECA, European Club Association che cercava soprattutto soldi. Rivelando uno stato di povertà economica simile a quello curato da un modesto e provvidenziale istituto nostrano di soccorso: l’ECA, Ente Comunale di Assistenza.