Nel tessuto urbano di Roma, città eterna e crocevia di storia e cultura, si cela un gioiello archeologico di inestimabile valore, poco noto ai più ma di fondamentale importanza per la comprensione della gestione delle risorse idriche nell’antichità: il Vicus Caprarius, conosciuto come la Città dell’Acqua. Situato a pochi passi dalla Fontana di Trevi, una delle meraviglie più celebrate dell’arte barocca, il Vicus Caprarius rappresenta una finestra spalancata sul passato glorioso di Roma e sulla sua ingegneria idraulica.
La rivelazione del Vicus Caprarius al mondo avvenne in circostanze quasi fortuite, meno di vent’anni fa, durante i lavori di costruzione per un cinema. Questa scoperta ha permesso di aggiungere un tassello fondamentale alla già ricca mappa archeologica di Roma. Situato nel cuore pulsante della città, a ridosso della fontana che è stata immortalata nel film “La Dolce Vita” di Federico Fellini, il Vicus Caprarius si nasconde sotto il livello della moderna Roma, in un abbraccio tra presente e passato che caratterizza unicamente la capitale italiana.
Una discesa nelle viscere della terra, poco distante dal clamore e dalla vivacità di una delle fontane più amate al mondo, permette di immergersi in un ambiente che ha conservato intatta l’atmosfera di duemila anni fa. Il complesso archeologico del Vicus Caprarius, datato all’epoca imperiale, ospita i resti di un’imponente riserva d’acqua, testimoniando l’avanzata ingegneria romana nel campo della distribuzione idrica.
La grande riserva d’acqua, parte integrante dell’antico sistema degli acquedotti romani, giocava un ruolo cruciale nell’approvvigionamento idrico della zona, dimostrando una volta di più l’incredibile capacità degli ingegneri dell’epoca di progettare e realizzare opere di straordinaria complessità e funzionalità. La rete di distribuzione dell’acqua, infatti, non solo soddisfaceva le necessità quotidiane dei cittadini ma era anche elemento fondamentale per l’igiene e la salute pubblica.
La scoperta del Vicus Caprarius ha offerto agli studiosi preziose informazioni sull’urbanistica e sulla vita quotidiana nella Roma antica. La sua scoperta ha arricchito il patrimonio culturale di Roma, offrendo agli abitanti della città e ai suoi numerosi visitatori un’ulteriore prova dell’ingegnosità e dell’avanguardia dei nostri antenati.