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Arrivato nelle librerie romane il reportage fotografico “Luce nel Buio” di Alessandro Conti

Copertina Luce nel buio

Copertina Luce nel buio

Una ricchissima documentazione fotografica a tutto tondo sul Covid-19, dal primo lockdown ad oggi.

Arrivato anche nelle librerie romane il libro fotografico di Alessandro Conti. “Luce nel buio” non è solo un libro, racchiude in se tante cose assieme. Un reportage fotografico, testimonianza importante di una tragedia vissuta in tutto il mondo. Ambientato a Lucca, in Toscana, ma potrebbe trattarsi di una qualsiasi città europea, un libro senza territorio. Reportage sanitario, costato all’autore un periodo di lavoro lungo due lockdown, lungo una pandemia. Quattordici mesi di duro lavoro rinchiuso nel guscio sanitario di tute, guanti, calzari, maschere e protezioni, la stessa corazza di protezione dei nostri medici eroi, dei nostri infermieri eroi, del volontariato eroe sempre presente nelle difficoltà, del personale sanitario, amministrativo e tecnico, eroe anch’esso, che ha combattuto in una trincea ospedaliera.
Una sofferenza tangibile, una sofferenza dalla doppia faccia, quella dei pazienti senza dubbio, ma anche quello dei medici, ed i solchi sui visi delle mascherine ne sono il segno tangibile.
Un libro che vale la pena essere acquistato, per ripercorrere il terribile momento che ha scosso tutto il pianeta, per mantenere vivo il ricordo di quei giorni, per poter raccontare alle generazioni future un dramma sanitario dei nostri giorni. La testimonianza di come un territorio ha reagito all’emergenza, un lavoro non legato esclusivamente alla cronaca dei quotidiani, alle strade vuote, ai canti sui balconi, ma un reportage specializzato nel lato squisitamente sanitario.
Da Lucca a tutto il mondo il passo è davvero breve, 130 fotografie ad alta definizione, accompagnate dai testi di Sirio Del Grande, di Patrizia Fistesmaire e di Spartaco Mencaroni nonché un contributo della direttrice dell’ospedale di Lucca Michela Maielli.
Testi che non spiegano le fotografie ma ne amplificano l’importanza, fanno da autorevole cornice, ne sottolineano l’importanza ed al tempo stesso enfatizzano la tragedia. Testi di natura psicologica ma non solo, valido supporto agli scatti fotografici.
Immagini di impatto, ma mai oltre il limite della comunicazione. L’immagine come arte del racconto vivo, mai usata come pretesto sanguinoso o di accanimento, una raccolta fotografica in cui ogni scatto è un racconto a se stante, un momento immortalato, una storia da raccontare.
Alessandro Conti fa un uso sapiente dell’emozione.
Difficile non farsi prendere la mano in quattordici mesi di vita in un girone infernale, periodo un cui il transfert personale si è messo al servizio della documentazione dai drive in di somministrazione dei tamponi, alle Uscar di emergenza al domicilio ai viaggi delle ambulanze, ai reparti di emergenza ospedalieri, alle terapie intensive.
Un viaggio a tutto tondo e davvero completo, edito da che fanno di quest’opera un volume importante che tutti dovrebbero avere nella propria libreria.