Liberi sulla Carta debutta a Roma: dal Borghetto San Carlo una promessa di futuro per l’editoria indipendente
Roma ha accolto per la prima volta Liberi sulla Carta, la fiera dell’editoria indipendente che dal 12 al 14 settembre ha portato nella Capitale una tre giorni intensa e vitale, capace di trasformare il Borghetto San Carlo in un crocevia di storie, parole e incontri. Dopo quindici anni tra Rieti e provincia, la manifestazione ha scelto la città eterna per inaugurare un nuovo percorso, offrendo al pubblico oltre 25 appuntamenti e più di 50 protagonisti tra scrittori, editori, giornalisti, artisti e operatori culturali.
Il flusso continuo di visitatori ha confermato la sete di cultura condivisa e accessibile, premiando un programma denso di presentazioni, spettacoli e reading immersi nel verde, dove la letteratura si è intrecciata con musica, teatro e impegno civile.
«La rinascita di Liberi sulla Carta è stata una festa, ha dichiarato il direttore artistico Fabrizio Moscato, con una partecipazione altissima, anche emotiva, a ogni appuntamento. Tornare con questa energia e con motivazioni ancora più forti non era affatto scontato. Ora guardiamo al 2026: vogliamo che Liberi sulla Carta sia più bella e sorprendente che mai».
Sul palco si sono alternati nomi di primo piano della cultura e del giornalismo. Giuliana Sgrena, dialogando con Sandro Medici, ha raccontato la sua esperienza di reporter di guerra e il libro Me la sono andata a cercare. Maria Grazia Calandrone ha commosso con Magnifico e tremendo stava l’amore, intrecciando poesia, cronaca e riflessione sociale.
Anna Foglietta ha portato il suo impegno civile con Every Child is my child, accompagnando la lettura di testi dedicati alla cultura palestinese con la musica percussiva di Alessia Salvucci. Momento di rara intensità è stato l’intervento di Nicola Lagioia, Premio Strega ed ex direttore del Salone del Libro di Torino, che ha unito incipit immortali della letteratura alle overture rossiniane eseguite a quattro mani dai pianisti Federico De Antoni e Sara Ferrandino, incorniciando il tramonto sul Borghetto in una suggestiva sinfonia di parola e musica.
Il programma ha riservato spazio anche a performance e spettacoli. Libera, di Cecilia Lavatore e Marta La Noce, ha reso omaggio alle donne che hanno trasformato la propria vita in rivoluzione. Non meno toccante il ricordo del poeta palestinese Refaat Alareer, ucciso nel 2023. Valerio Aprea ha conquistato con i suoi monologhi pungenti, mentre Arturo Bertoldi e Max Collini hanno riportato sul palco storie di antifascismo senza retorica.
Tra gli altri appuntamenti, Tropico del Fango di Cristiano Cavina, i racconti di calcio e libertà di Daniele Ognibene e Alberto Antonio Dandolo, i laboratori della Scuola Omero e le voci di tanti autori e artisti che hanno arricchito la fiera con la loro energia indipendente.
Inclusività e partecipazione sono stati i cardini di Liberi sulla Carta: presentazioni accessibili con interprete LIS, attività per bambini, laboratori di scrittura e il Premio Arthé hanno contribuito a creare un clima di comunità. Un evento che ha saputo unire generazioni, linguaggi e sensibilità diverse, trasformando il Borghetto San Carlo in un laboratorio culturale a cielo aperto.
La fiera dell’editoria indipendente chiude la sua prima esperienza romana con una promessa: nel 2026 tornerà, ancora più ricca di sorprese, pronta a riaffermare il valore della libertà creativa, dell’impegno civile e della condivisione.
