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“Elena del ghetto” di Stefano Casertano: il coraggio di una donna contro l’orrore

22 Oct 2025 -RC ELENA DEL GHETTO in Roma.

foto: Riccardo Piccioli

Micaela Ramazzotti interpreta la ribelle Elena Di Porto nel potente affresco storico di Casertano, ambientato nella Roma del rastrellamento nazista del 1943

È stato presentato oggi, 21 ottobre, nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma 2025, Elena del ghetto, il nuovo film di Stefano Casertano, che riporta sul grande schermo una pagina dolorosa ma necessaria della storia italiana. Attraverso la figura realmente esistita di Elena Di Porto, donna ebrea romana nota nel ghetto per il suo temperamento ribelle e anticonformista, Casertano firma un’opera di grande intensità civile ed emotiva, che mescola cronaca, memoria e linguaggio cinematografico con rigore e passione. 

La vicenda si apre nella notte del 16 ottobre 1943, quando le strade del ghetto di Roma vengono invase dai camion nazisti pronti a deportare centinaia di famiglie. Sotto la pioggia, una donna corre urlando, avverte tutti di fuggire, ma nessuno la ascolta. È Elena Di Porto: fuma, porta i pantaloni, gioca a biliardo, pratica la boxe. Si è separata dal marito e vive come vuole, incurante dei giudizi. La chiamano “la Matta”, e forse proprio per questo la sua voce non viene creduta quando cerca di avvertire del rastrellamento imminente. Casertano ricostruisce, attraverso il suo sguardo, cinque anni cruciali (1938-1943) dell’Italia fascista: dalle leggi razziali alla delazione, dalla paura quotidiana al coraggio disperato. Elena del ghetto è un viaggio nella memoria ed un atto d’amore verso una donna che, pur definita “diversa”, incarnò la libertà e la dignità nel momento più oscuro della storia europea.

A dare corpo e anima alla protagonista è Micaela Ramazzotti, in una delle interpretazioni più potenti della sua carriera. La sua Elena è un turbine di rabbia e tenerezza, una donna che non si piega mai, nemmeno davanti all’orrore. Con lei, Giulia Bevilacqua, Valerio Aprea, Caterina De Angelis, Marcello Maietta, Giovanni Calcagno, Gabriele Cirilli, Claudia Della Seta e Florence Nicolas completano un cast corale che restituisce il volto multiforme di una comunità in bilico tra la vita e la distruzione. Casertano dirige con un realismo asciutto alternando momenti di grande tensione drammatica a squarci di umanità quotidiana, arricchiti dall’uso del dialetto giudaico-romanesco, che conferisce autenticità e radicamento culturale alla narrazione.

Dal punto di vista sociologico, Elena del ghetto è un film che parla al presente. Non solo perché rievoca un trauma storico, ma perché racconta una forma di resistenza morale che appartiene ancora oggi alle donne, spesso sottovalutate o isolate per la loro libertà di pensiero. Casertano costruisce un personaggio femminile complesso, lontano dagli stereotipi, che si ribella al potere con le sole armi della coscienza e del coraggio. In un’epoca segnata dal ritorno delle intolleranze, il film diventa un manifesto contro la paura e l’indifferenza, ricordando che la memoria non è un esercizio di pietà, ma un atto di responsabilità collettiva.

Con la sua regia densa e sensoriale, Elena del ghetto restituisce un frammento di Roma scomparsa ma ancora viva nel suo spirito: una città di pietra e pioggia, di dialetti e silenzi, di donne e uomini che, pur nel buio, seppero gridare la propria verità. Alla Festa del Cinema di Roma 2025, l’opera di Stefano Casertano si impone come una delle più toccanti del panorama italiano contemporaneo, ricordandoci che la Storia non si dimentica ma si racconta, con coraggio.