#Cinema e Fiction #Spettacolo #Festa dei Cinema 2025

La diaspora delle Vele: la memoria ferita di Scampia torna a parlare

24 Oct 2025 -Festa del Cinema di Roma - RC LA DIASPORA DELLE VELE in Roma.

foto: Riccardo Piccioli

Francesca Comencini presenta alla Festa del Cinema di Roma 2025 un ritratto corale di umanità, dolore e rinascita

È stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2025, nella sezione Special Screenings, La diaspora delle Vele di Francesca Comencini, un’opera che si muove tra documentario e cinema civile, restituendo voce e volto a una delle comunità più discusse e resilienti d’Italia. La regista, da sempre attenta alle dinamiche sociali e alla memoria collettiva, sceglie di raccontare la tragedia del 22 luglio 2024, quando il cedimento di uno dei ballatoi della Vela Celeste di Scampia causò la morte di tre persone e il ferimento di altre dodici. Da quel momento, la macchina istituzionale si è rimessa in moto, accelerando il piano di rigenerazione urbana del quartiere. Ma il film non è una cronaca: è un atto d’amore e di testimonianza nei confronti di chi, tra rovine e speranze, continua a credere in un ritorno possibile.

Attraverso le voci di Felicia Simonetti, Eugenio Ottieri, Francesca Guasco, Gioacchino Celentano, Teresa Russo, Patrizia Mincione, Salvatore Polese, Natascia Falduto, e molti altri protagonisti, Comencini compone un mosaico umano di grande intensità. Oltre 2000 persone, evacuate dalle loro case dopo il crollo, vengono seguite nel difficile percorso di transizione verso nuovi alloggi, in attesa di rientrare nel quartiere che sta rinascendo dalle fondamenta. Il film intreccia ricordi, confessioni e gesti quotidiani: il tono è intimo ma mai patetico, e lascia emergere la dignità di chi non ha mai smesso di considerare Scampia casa propria. Ogni volto, ogni parola diventa un frammento di storia collettiva, testimone di una Napoli che soffre ma resiste.

Nel cast corale spiccano interpreti non professionisti, abitanti reali del quartiere che prestano sé stessi al racconto, contribuendo a rendere La diaspora delle Vele un esempio di cinema partecipato. Accanto a loro, volti noti come Omero Benfenati, Antonietta Esposito, Carmine Esposito, Nenzy Pinto, Carmela Tavassi, Giustino Peluso, Lorenzo Liparulo, Francesco Vinci, Giuseppe Leo e Antonella Esposito, che intrecciano il proprio vissuto con la narrazione collettiva. Francesca Comencini, figlia d’arte e autrice di film come Lo spazio bianco e Le parole di mio padre, dimostra ancora una volta la capacità di raccontare la realtà attraverso la poesia dello sguardo, la delicatezza del non detto e il potere evocativo dei silenzi.

La diaspora delle Vele si colloca nel solco del cinema d’impegno civile italiano, trasformando un fatto di cronaca in un laboratorio di memoria condivisa. Scampia non è più lo stereotipo del degrado urbano, ma una comunità viva, sospesa tra nostalgia e ricostruzione, dove il senso di appartenenza diventa resistenza quotidiana. Il film pone l’accento sul concetto di “ritorno” non solo fisico ma simbolico: tornare a casa significa riappropriarsi della propria dignità, ricucire un tessuto sociale lacerato e riaffermare un’identità collettiva che nessuna demolizione può cancellare. La diaspora delle Vele è, in fondo, un canto dolente e necessario sulla memoria e sulla speranza, capace di restituire voce a chi troppo spesso è rimasto invisibile.