Tra ironia e impegno civile, alla Festa del Cinema di Roma 2025 arriva una commedia che guarda alla scuola come ultimo baluardo di speranza
Alla Festa del Cinema di Roma 2025, nella sezione Freestyle, debutta La preside di Luca Miniero, un film che mescola leggerezza e profondità per raccontare uno dei temi più urgenti della contemporaneità: la scuola come luogo di resistenza civile e di rinascita umana. Dopo il successo di pellicole come Benvenuti al Sud e Sono tornato, Miniero torna dietro la macchina da presa con un’opera dal tono più maturo e consapevole, dove la commedia diventa strumento per riflettere sulla funzione educativa in territori difficili. È un film che, pur mantenendo il ritmo brillante tipico del regista, non rinuncia a una visione poetica e realista del mondo scolastico, con una protagonista che incarna il coraggio e la tenacia di chi crede ancora nel potere trasformativo dell’istruzione.
La trama segue Eugenia (interpretata da una straordinaria Luisa Ranieri), una donna di quarantasette anni che, al suo primo incarico da preside, sceglie l’Istituto Ortese di Napoli. L’edificio, situato nel cuore di una delle piazze di spaccio più grandi d’Europa, è un microcosmo di degrado, assenteismo e povertà di mezzi. Ma ciò che agli occhi di molti appare come una missione impossibile, per Eugenia diventa una sfida necessaria: restituire dignità e fiducia a ragazzi che non credono più nel futuro. Tra momenti comici, situazioni di rischio e una tensione costante tra immaginazione e realtà, La preside costruisce un racconto in bilico tra denuncia sociale e ottimismo. “Quando le cose sono così brutte, è facile immaginarsele più belle”, dice la protagonista: una frase-manifesto che sintetizza la filosofia del film.
Accanto a Luisa Ranieri, il cast corale arricchisce il racconto con energia e autenticità: Alessandro Tedeschi, Francesco Zenga, Ludovica Nasti, Pasquale Brunetti, Luigi Doriano, Alessandro De Martino, Aurora Venosa, Francesca Bellamoli, Brunella Cacciuni, Salvatore Cominale, Alessandro De Renzi e Tony Laudadio danno vita a un mosaico umano variegato e sincero. Ogni personaggio, dai professori ai ragazzi dell’Ortese, rappresenta un frammento di quella Napoli che vive di contraddizioni ma anche di infinita vitalità. La produzione, affidata a Luca Zingaretti e Angelo Barbagallo, garantisce equilibrio tra visione autoriale e respiro popolare, confermando la capacità di Miniero di muoversi con disinvoltura tra il cinema d’autore e il grande pubblico.
Dal punto di vista sociologico, La preside è un film che parla della scuola come presidio di democrazia, l’ultimo spazio dove si può ancora combattere l’emarginazione e il fatalismo. Miniero mette in scena il conflitto tra la speranza educativa e la durezza del contesto urbano, con un linguaggio che unisce realismo e fiaba, denuncia e tenerezza. In un’epoca in cui la scuola italiana affronta crisi di fiducia e di risorse, La preside diventa una metafora della resistenza civile e culturale: un elogio del coraggio quotidiano di insegnanti e dirigenti che, nonostante tutto, continuano a credere nel potere delle parole e dei sogni. Il film, tra risate e commozione, invita lo spettatore a guardare oltre il degrado, scoprendo che anche nei luoghi più difficili può nascere un futuro migliore.
